San Benedetto, blitz antiterrorismo. Incitava alla jihad: «Gli infedeli vanno uccisi». Tunisino espulso

I carabinieri in azione
SAN BENEDETTO - Questa mattina è stato prelevato all'alba dalla sua abitazione di San Benedetto del Tronto dal personale della Digos della Questura di Ascoli Piceno e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
SAN BENEDETTO - Questa mattina è stato prelevato all'alba dalla sua abitazione di San Benedetto del Tronto dal personale della Digos della Questura di Ascoli Piceno e del Ros dei carabinieri, in esecuzione di un provvedimento di espulsione dall’Italia emesso dal Ministro dell’Interno, un cittadino tunisino T.A. di anni 30. Dopo le formalità di rito e la convalida del provvedimento da parte del Giudice di Pace di Ascoli Piceno, T.A. è stato accompagnato all’aeroporto di Fiumicino ove, alle ore 16:30 è partito alla volta di Tunisi scortato da personale della questura. Nei confronti dello straniero, indagato in un procedimento penale in carico alla Procura della Repubblica Dda di L’Aquila, sono emersi una serie di elementi, come rilevato dalle attività di indagine condotte dal Ros tali da far ritenere che fosse inserito in un circuito relazionale con soggetti noti per aver assunto posizioni religiose radicali di impronta Jihadista, tanto che era stato trovato in possesso di materiale dai contenuti radicali e inneggianti alle uccisioni degli infedeli, elementi che sono stati ritenuti, da parte del Ministro dell’Interno, idonei al suo allontanamento dall’Italia, visto che i comportamenti sono stati ritenuti costituire una minaccia concreta ed effettiva ai diritti fondamentali della persona e alla incolumità pubblica.

  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico