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SAN BENEDETTO - «Non si tagliano alberi senza validi e comprovati motivi. Lo sostiene Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 9178/2022 che segna una tappa storica nella tutela e salvaguardia degli alberi in generale». Ed è proprio a questa sentenza che Questione natura intende appellarsi, se, come oramai pare scontato, l’amministrazione deciderà di sostituire con le palme i pini di via Mare a Porto d’Ascoli.
Il provvedimento
«Il massimo organo di giustizia amministrativa nel nostro Paese - spiega Roberto Cameli leader del gruppo - evidenzia come sia fondamentale una seria motivazione di abbattimento di un albero, legata a effettive problematiche fitosanitarie e di stabilità dell’esemplare che siano ampiamente documentate da perizie tecniche strumentali e non solo attraverso la valutazione visiva.
Dunque ecco che i ragazzi non solo promettono barricate se gli alberi saranno toccati ma si avvarranno anche degli strumenti legali per fare valere quelli che a loro avviso sono gli interessi della comunità. «È bene riflettere - allargano il discorso i giovani ambientalisti - sul fatto che quella di molte amministrazioni sambenedettesi non è solo una lotta con i pini cittadini e con le loro radici ma si tratta di una storica ed immutata incapacità dell’apparato comunale di stabilire il giusto rapporto con la natura. Oggi si demonizzano i pini “Preferite i pini che fanno danni o le palme” questo è il concetto che pilatescamente viene diffuso nelle riunioni: ma in realtà tutti i tipi di piante soffrono e si difendono come possono».
I giovani pensano dunque a quanto successo in piazza Cristo Re, zona pavimentata da pochi anni «che è ormai tutta da rifare per un errato rapporto tra essenze arboree, spazi a loro destinati e qualità delle pavimentazioni che ben si prestano a essere sconnesse. Lì ci sono pini e palme e il problema viene risolto via via ponendo minuscole piante di bagolari - denominati Spaccasassi ed eliminati a Latina, Melegnano e Monza per danni ai marciapiedi - alberi che non contribuiscono alla creazione di masse arboree armoniche ma solo rimedi momentanei, tanto i danni verranno più in là quando ci saranno altri consiglieri comunali e altri tecnici che attribuiranno le colpe ai predecessori. Però la lotta è pure con i pioppi canadesi che si fanno spazio e rompono i marciapiedi; però la lotta è pure con le Tamerici che ristrette e strozzate in angusti spartitraffici sul lungomare stanno sopravvivendo rompendo i marciapiedi; però la lotta è pure con le palme che allargandosi rompono i marciapiedi». Insomma Questione natura se la prende un po’ con tutti.
L’affondo
«La cosa più facile - chiudono il loro intervento - è illudere con rendering superficiali dell’ufficio addetto, evitare ogni analisi legate alla fitopatologia eventuale, mettere nuove palmette e scappare: le piante piccole non danno immediati danni se piantate in luoghi inadeguati e il problema sarà dei posteri tra 10 o 20 anni».
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Corriere Adriatico