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SAN BENEDETTO - L’identità dei soggetti, sentiti durante i lavori della commissione di indagine sullo stadio, deve rimanere secretata. Pronunciamento che arriva dal Garante della privacy che si è espresso, dopo tre mesi, dietro richiesta del dirigente Tonino Rosati, sciogliendo un nodo che aveva visto impegnato lo stesso consiglio comunale.
La protezione
Il dirigente Claudio Filippi, garante per la protezione dei dati personali, spiega nella lettera pervenuta in municipio: «Non vi sono motivi per discostarsi dalle osservazioni e conclusioni contenute nel parere del responsabile della protezione dei dati del Comune con particolare riferimento alla necessità di tutelare i soggetti interessati e di non divulgare i relativi dati personali, anche considerando le relative ragionevoli aspettative di riservatezza derivanti dalle modalità con cui si è svolta l’inchiesta del Comune».
Le motivazioni
«Spetta all’amministrazione – spiega il garante - applicare la disciplina in materia di protezione dei dati personali nel rispetto del principio di responsabilizzazione. I soggetti pubblici sono tenuti a ridurre a minimo l’utilizzazione dei dati personali e di dati identificativi ed evitare anche il relativo trattamento quando le finalità perseguite possono essere realizzate mediate dati anonimi». Con questo passaggio il garante lascia al Comune valutare nel rispetto delle linee guida del garante. I nomi coinvolti erano quelli dei dipendenti comunali sia dirigenti che funzionari, così i rappresentanti delle ditte che avevano eseguito i lavori oltre ovviamente ai politici. «Pertanto- conclude il garante - anche davanti a un obbligo di pubblicità è consentita la diffusione di dati personali solo se realmente necessaria».
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Corriere Adriatico