San Benedetto, il comitato dei tifosi rossoblù contro il progetto del Ballarin del Comune. «Una eterna vergogna»

San Benedetto, il comitato dei tifosi rossoblù contro il progetto del Ballarin del Comune. «Una eterna vergogna»
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SAN BENEDETTO - «Cosa resterà della curva sud e di tutto ciò che è accaduto su quei gradoni? Nulla, se non l’eterna vergogna di aver abbattuto il passato senza avere la benché minima idea di un futuro». Parole forti che arrivano dal Comitato “Ballarin, la Fossa dei leoni” di fronte all’ultima stesura del progetto per l’ex stadio firmato dall’archistar Guido Canali.

 

«Ci sono voluti ben 18 mesi, ma alla fine la maschera dell’ipocrisia è venuta meno- affermano i rappresentanti del comitato “Ballarin la Fossa dei leoni” - l’amministrazione comunale Spazzafumo abbatterà il Ballarin, compresa la curva sud, sostituendo uno dei pochissimi cardini della storia cittadina con un mezzo parco. Sì, mezzo, perché in 18 mesi di amministrazione hanno lamentato il poco tempo a disposizione salvo cambiare idee e progetti con la stessa facilità con cui alcuni suoi esponenti di spicco hanno cambiato lista, partito o poltrona da presidiare. Al termine di questo teatrino, che nulla ha a che vedere con la politica e con l’amore per la città, si sono resi conto che il progetto affidato all’archistar Canali potrà riguardare metà campo, o poco più: l’opera che ci avrebbe invidiato tutta Italia si è trasformata in un “vorrei ma non posso”. Cosa resterà - si chiedono ancora i tifosi riuniti in un comitato a difesa dell’ex stadio - di un Ballarin che è stato non solo il nostro stadio ma il fulcro sportivo, sociale e culturale della città? Il presente vede festeggiare i politici che più di tutti si sono spesi per calpestare la storia cittadina». 

«Nel 2016 – proseguono a questo punto i tifosi - non si poteva pensare di toccare il Ballarin senza scatenare l’ira di Bruno Gabrielli che urlava “la storia non si demolisce, si onora” in prima fila nei cortei (organizzati dagli altri), in prima pagina con la promessa di valorizzare quell’area dimenticata da tutti. Sei anni dopo, evidentemente, gli interessi sono cambiati, così la curva sud non va più onorata, ma distrutta. Ancora più tragicomica è la serie di giravolte del vice sindaco Tonino Capriotti. In base all’occorrenza, il Ballarin era un bene da preservare attraverso esempi virtuosi come quello del Filadelfia di Torino. Oppure una memoria da salvare. Oggi vuole buttare giù la sud, ci ha anche svelato un incredibile segreto: le ultime elezioni non servivano a eleggere un nuovo consiglio comunale, in realtà erano un referendum sull’abbattimento della curva. Nel quesito però non abbiamo potuto apprezzare la sua proposta più “green” ed inclusiva: un bel parcheggio. Era il 2017, anche in questo caso le idee erano confuse e i tempi maturi per cambi di casacche. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Spazzafumo, per la gioia di alcuni e nel silenzio di tanti, ha calpestato la storia cittadina. Non c’è targa o monumento che possa curare questa ferita, non c’è scusa o giustificazione che potrà mai farci dimenticare 18 mesi di umiliazioni».

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Corriere Adriatico