Bypass stradale per liberare il centro dal traffico, presentato il progetto con tre gallerie: ecco come sarà il tracciato

La presentazione
SAN BENEDETTO  Tre chilometri e spiccioli di strada in galleria per far respirare San Benedetto e le 90mila persone che gravitano sul suo territorio. La battaglia del...

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SAN BENEDETTO  Tre chilometri e spiccioli di strada in galleria per far respirare San Benedetto e le 90mila persone che gravitano sul suo territorio. La battaglia del Comitato “Io resto qui”, lo stesso che ha raccolto oltre 4500 firme per il restyling dell’ospedale, è solo all’inizio, con l’intenzione di intercettare i fondi del Pnrr o, almeno, i residui quando avanzeranno da altri progetti che non saranno portati a termine.


 

 


Ieri il presidente Luigi Piunti e il progettista Donato Pescatore con l’ex ingegnere capo della Provincia, Paolo Tartaglini, il dottor Luigi Olivieri e alcuni membri del direttivo, hanno presentato il progetto definitivo. Si tratta, come detto, di un percorso quasi totalmente sotterraneo che, così, non avrà alcun impatto ambientale, non provocherà problemi di potenziali terreni franosi visto che scenderà fino a trovare le cosiddette “argille azzurre” vale a dire resistenti. Ma al di là delle polemiche anche su questo punto, non ci saranno problemi neppure per le lottizzazioni che negli anni sono sorte in mezzo al vecchio tracciato a raso. Che, come hanno spiegato ieri i tenici «Non c’è più».

Esiste, invece, la possibilità di nuovo bypass cittadino che partirebbe dall’attuale incompiuta per poi arrivare, dopo 800 metri sottoterra, a Santa Lucia. Qui, tramite una rotatoria si collegherebbe alla viabilità ordinaria per poi prsoeguire fino a via Manara, ancora per 1500 metri sottoterra (tranne un brevissimo tratto complanare all’A 14). Qui, oltre a pouer servire l’ospedale, potrebbe servire da raccolta per tutto il traffico della zona industriale di Acquaviva, rivitalizzandola fino a servire San Savino e addirittura la vicina Oddida. Di qui, arrivare persino ad Ascoli sarebbe un attimo.

Ma proseguendo il percorso, l’ultimo svincolo che sarebbe raggiunto ancora in galleria, sarebbe davanti all’attuale Conad del quartiere San Filippo dove ci sono terreni destinati esclusivamente a fini pubblici. E ancora con una rotatoria ci si avvicinerebbe al futuribile terzo braccio del porto, sistemando anche il sottopasso di via Alfieri, oggi monco, dove si allarghrebbe la zona verda sovrastante, fino ad arrivare al Ballarin e appunto, alla darsena. Un’idea forse troppo bella per essere vera, per consentire «di arrivare - hanno detto i membri del Comitato - da Ragnola a San Filippo in pochi minuti invece dell’ora che oggi serve nei momenti di punta». E ancora solleverebbe la statale 16 e persino il lungomare che potrebbe tornare alla sua vocazione turistica invece che fungere da strada a scorrimento veloce altermativa agli ingorghi. 


 


«Vogliamo una città più green ma dobbiamo essere raggiungibili: se pensiamo che la regione ha finanziato il bypass San Severino Tolentino, noi ne abbiamo ancor più bisogno, siamo un caso nazionale» ha spiegato Olivieri così come ha aggiunto il presidente Piunti che «ben vengano le terze corsie, magari, ma il nostro problema al 95% è il tratto locale, nessuno sognerebbe mai di afrrivare da San Filippo a Grottammare, prendere l’A 14 per arrivare a Porto d’Ascoli». Insomma, la questione a questo punto è politica. «L’unico partito che ci appoggia - hanno detto gli espoennti - è la Lega. Con 100 milioni si risolve il problema. Siamo in contatto con l’onorevole Mauro Lucentini che ha a cuoire i probelmi della viabilità nel Fermano». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico