San Benedetto, il Bim ha i soldi me non può spenderli per il turismo

La sede dello Iat di San Benedetto
SAN BENEDETTO - I soldi ci sono, gli Iat ancora no. Un paradosso tutto italiano - in questo caso piceno - che per una volta vede nella burocrazia e non nella mancanza di fondi il...

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SAN BENEDETTO - I soldi ci sono, gli Iat ancora no. Un paradosso tutto italiano - in questo caso piceno - che per una volta vede nella burocrazia e non nella mancanza di fondi il rischio di negare ai turisti un servizio essenziale come l’ufficio di accoglienza. A perdere il finanziamento, offerto dal Bim, il Bacino imbrifero del Tronto, sarebbero soltanto le due sedi di San Benedetto e Porto d’Ascoli, le uniche riconosciute dalla Regione che le ha ottenute in eredità dalla provincia quando quest’ultima ha perso la maggior parte delle proprie prerogative.

«L’anno scorso - spiega il presidente Luigi Contisciani - il Bim ha finanziato l’assunzione di tre dei quattro impiegati che vi lavoravano garantendo un servizio efficiente: San Benedetto e Porto d’Ascoli sono state le due uniche sedi aperte fino alle ore 23 visto che soprattutto di sera è importante mettersi a disposizione dei villeggianti. Inoltre abbiamo predisposto i bandi per la ricerca del personale perché non tutti hanno le competenze linguistiche necessarie e la conoscenza del territorio. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta, nonostante la firma del Protocollo d’intesa sia arrivata a luglio inoltrato: abbiamo dato il tempo alla nuova amministrazione regionale di capire quali fossero i propri obblighi alla luce della dismissione delle province che, negli anni scorsi, gestivano a loro volta il servizio. Quest’anno, però, siamo alla vigilia della stagione, a San Benedetto entra già con la primavera, e nonostante le nostre pressanti richieste, la Regione non si fa sentire». A dir la verità, c’era anche l’idea di “passare” la competenza degli Iat alle Pro loco, ma per realtà dai numeri importanti come il comprensorio della Riviera delle palme rimediare magari in maniera volontaristica o poco più sembra assurdo. 

Un servizio che San Benedetto non può permettersi di perdere: poiché l’interno per quest’anno - e non si sa per quanto tempo - soffrirà di disdette per le conseguenza del sisma, la costa diventa ancora più strategica e trainante per l’economia di tutta la provincia.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico