Raffica di bici forate sul lungomare: colpa della pianta infestante che ha il potere di aumentare il testosterone

Raffica di bici forate sul lungomare: colpa della pianta infestante che ha il potere di aumentare il testosterone
SAN BENEDETTO - Il fatto che sia una pianta capace di aumentare i livelli di testosterone - simil Viagra, insomma - non la rende certo più simpatica alle centinaia di...

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SAN BENEDETTO - Il fatto che sia una pianta capace di aumentare i livelli di testosterone - simil Viagra, insomma - non la rende certo più simpatica alle centinaia di ciclisti che, in questo periodo, si stanno ritrovando le ruote squarciate per colpa sua. Il tribulus terrestris - un nome che è tutto un programma - sta infestando le aree ai bordi della pista del lungomare e facendo strage di camere d’aria.

 

Il meccanismo


«Forse è colpa del caldo fuori stagione - spiega il ciclista Fabrizio Oddi, meglio noto come “La scienza” - o dell’estate particolarmente secca. Resta il fatto che negli ultimi giorni almeno una decina di biciclette al giorno arrivano da me tutte “infilzate” dagli aculei della pianta infestante e io devo togliere le spine». Già. Giornate come quella di ieri invogliano a lasciare a casa la pigrizia e inforcare il mezzo a due ruote. Per motivi economici: si risparmia carburante; ambientali: si contribuisce a non inquinare; di salute: il movimento cura la maggior parte delle malattie del “benessere” dall’ipertertensione al diabete, al colesterolo. Eppure le politiche che dovrebbero portare a utilizzare sempre più i mezzi ecologici, in Italia, stentano sempre a decollare. «San Benedetto non fa eccezione- aggiunge Oddi che è stato anche al fianco del campione Fabio Roscioli -: penso ad esempio a questa crociata nei confronti delle biciclette abbandonate colpite anche da un’ordinanza: oramai da qualche anno si sente parlare di questo problema ma nessuno che se lo prenda davvero a cuore se non con la repressione».


La soluzione


«Non si possono fare ordinanze - conclude Oddi - se, contestualmente, non vengono offerti spazi dove custodire, soprattutto in sicurezza, le biciclette. Servono luoghi facilmente accessibili per gestirle. Tutto il mondo sta andando verso la sostenibilità, le bici occupano spazio e bisogna fargli spazio». Se poi aggiungiamo che la Riviera è tra le poche città di mare ancora priva di punti per il bike sharing molto richiesto tra l’altro dai turisti del Nord forse è arrivato proprio il momento di pedalare verso questa direzione.

 

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Corriere Adriatico