Giulia, l'ultima vittima di un tratto di autostrada da anni in balia di cantieri e cambi di corsia

Giulia, l'ultima vittima di un tratto di autostrada da anni in balia di cantieri e cambi di corsia
SAN BENEDETTO - Due comunità sotto choc per la morte di Giulia Salvatori, la ragazza morta nell'incidente stradale di ieri pomeriggi sull'A14: il corpo della...

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SAN BENEDETTO - Due comunità sotto choc per la morte di Giulia Salvatori, la ragazza morta nell'incidente stradale di ieri pomeriggi sull'A14: il corpo della sfortunata 27enne - che aveva frequentato l’Ipsia di San Benedetto e che, con molta probabilità stava tornando a casa - è ora a disposizione della Procura della Repubblica. Ma questa ennesima tragedia può non riaprire tutte le polemiche sulla situazione lungo l’autostrada A14 dove, negli ultimi mesi, si sono infatti contate tante, troppe vittime.

 

Incidenti che hanno visto più volte i mezzi scontrarsi frontalmente nei tratti interessati dai sensi unici alternati istituiti proprio a causa della presenza dei cantieri che hanno interessato e stanno continuando a interessare i cavalcavia prima e le gallerie in questa fase. L’ennesimo schianto, quello di ieri, è costato la vita ad una giovanissima donna. Tra cantieri, cambi di carreggiata, ma anche tratti non interessati dai lavori, sono stati orribili gli ultimi anni vissuti sull’A14. Prima della scomparsa di Giulia Salvatori appena un mese e mezzo fa, a metà marzo, si era registrato il decesso di un giovane di Monteprandone, Matteo Cosenza, morto all’alba di una domenica mattina tra i caselli di Ancona Nord e Ancona Sud.

Due mesi prima, il 14 gennaio, era stata la volta di Samuele Cotichini, 45 anni originario di Porto San Giorgio e residente a Rosara, nell’entroterra ascolano. Frontale tra la sua auto e un camion all’interno di una galleria che, per i lavori, era a doppio senso di marcia. Il filmato del terribile schianto ripreso da una delle telecamere interne era diventato in pochissimo tempo virale lasciando molti sotto choc. Il mese precedente, il 14 dicembre, un altro morto: Sergio Mazzagufo, sessantunenne di Centobuchi, autista e padre di famiglia. Anche in quell’occasione un frontale tra un camion e un altro mezzo pesante sempre in uno scambio di carreggiata.

Ad aprile dello scorso anno la morte di Pamela Paolini, giovane mamma di tre figli morta nel tratto sambenedettese dell’A14 dopo essere finita, con la propria auto, contro un mezzo pesante che la precedeva in un rallentamento. Pamela, così come la sua famiglia, era particolarmente amata e benvoluta da tutti e ancora oggi, a distanza di oltre un anno dalla sua morte, viene ricordata con enorme affetto dall’intera collettività. Questi sono soltanto gli ultimi nomi di un lungo elenco di vittime. La maggior parte di questi incidenti è avvenuta in tratti interessati dai lavori e in qualche modo sempre riconducibile ai cantieri. Un tributo di sangue che questo territorio sta dando da tempo ai lavori e per il quale sarebbe forse il caso che gli amministratori, sia locali che nazionali, inizino a fare sul serio: nonostante le passerelle politiche, poco è cambiato nei cantieri. E pure degli autovelox nemmeno una traccia.
 

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Corriere Adriatico