San Benedetto, le anatre sull'Albula non hanno intenzione di migrare, si prepara una task force

Le anatre alla foce dell'Albula
SAN BENEDETTO - Dopo i tentativi di avvelenamento ed il furto di uova, summit sul futuro della colonia di anatre alla foce dell’Albula. Coordinato dal vicesindaco e...

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SAN BENEDETTO - Dopo i tentativi di avvelenamento ed il furto di uova, summit sul futuro della colonia di anatre alla foce dell’Albula. Coordinato dal vicesindaco e assessore all’ambiente, Antonio Capriotti, l’incontro è previsto in settimana e vedrà coinvolti volontari e tecnici. Tutto ciò, in vista dello scadere di una precisa data: «Qualche mese fa, ci eravamo dati tempo fino al 30 novembre per monitorare la situazione, verificando un’eventuale migrazione dei volatili» sottolinea Capriotti.  

Migrazione che, finora, non c’è stata. Il gruppo (oltre 30 animali) continua a vivere intorno all’ultima porzione del torrente urbano e, dunque, s’inizia a ragionare seriamente su come fare per valorizzarlo e tutelarlo. Tra gli obiettivi dell’incontro c’è anche quello di frenare certe riprovevoli situazioni che, ultimamente, hanno coinvolto la colonia. Si ricorderà, ad esempio, il ripetuto tentativo d’avvelenamento; oppure la razzia di uova messa in pratica da qualche sconsiderato che, probabilmente, voleva cucinarle e mangiarle.

Il cronoprogramma

 

«Stileremo un cronoprogramma sulle azioni da mettere in pratica per custodire al meglio questo nuovo patrimonio faunistico che la natura ci ha dato» puntualizza ancora il vicesindaco, sottolineando che, nella questione, saranno coinvolti anche i tecnici della Riserva Sentina: personale che ha già un’esperienza pregressa in materia. Un’esperienza che continua a dare ottimi frutti. Infatti, la Riserva ha recentemente ottenuto un finanziamento di ben 92.250 euro, grazie ad al bando emanato dal Consiglio nazionale delle ricerche. Grazie a queste risorse, potrà essere concretizzato un progetto che ha molteplici obiettivi, tra cui quelli di attuare le misure di conservazione previste attraverso approcci innovativi e con il coinvolgimento degli operatori della piccola pesca e delle comunità locale e migliorare lo status di conservazione delle specie di interesse conservazionistico attraverso azioni di regolamentazione e interventi diretti su habitat/specie. Grazie a questo finanziamento, nel corso dei prossimi due anni gli esperti avranno l’opportunità di lavorare in maniera ottimale nell’area protetta applicando tecnologie abilitanti in questi ambienti a supporto della biodiversità. Anche la società civile sarà coinvolta grazie a numerose attività di divulgazione nelle scuole che punteranno sia all’educazione dei cittadini sia al loro coinvolgimento attivo nella raccolta dati con osservazioni ambientali ed ecologiche.

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Corriere Adriatico