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SAN BENEDETTO - Se il Tronto fa ancora paura a Porto d’Ascoli dopo oltre 30 anni dai fatti tragici dell’Alluvione del 1992 - perché molti dei fattori dir ischio non sono stati eliminati - anche la vicenda dei risarcimenti è una strada in salita. Si dà il caso, infatti, che del migliaio di famiglie che si sono rivolte al Tribunale delle Acque per chiedere il ristoro dei danni subiti ci sono anche coloro che non ce l’hanno fatta ad ottenere le somme.
La vicenda
È infatti una complessa questione di Diritto quella che ha permesso a molti, soprattutto coloro che avevano aziende e danni ingenti, ma anche molte famiglie, di ottenere ristoro dai danni subiti in quella tragica primavera.
Gli interventi
Sempre nei prossimi giorni, il 27 settembre per l’esattezza, il monitoraggio del fiumi e dei torrenti sarà l’argomento principale del primo incontro del gruppo di lavoro che l’ufficio Ambiente del Comune ha convocato in virtù del cosiddetto Contratto di fiume. Lo conferma l’assessore Tonino Capriotti che poi aggiunge. «Se ci sono anche problemi sui fossi che conducono dalla Statale Adriatica alla Sentina ci attiveremo anche perché del gruppo di lavoro, oltre alla polizia municipale fa parte anche la Picenambiente. Intanto da una prima sommaria ricognizione dei principali torrenti che attraversano la città non ci dovrebbero essere problemi ma certo il fiume Tronto è un’altra cosa e va tenuto sotto controllo». Indubbiamente. Perché scene come quelle che si sono viste a Senigallia sono un ricordo ancora forte in tutta la com Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico