San Benedetto, nubi minacciose sull'Agroalimentare. Vulpiani indicato presidente, Musto si oppone: «Conti risanati dal cda»

San Benedetto, nubi minacciose sull'Agroalimentare. Vulpiani indicato presidente, Musto si oppone: «Conti risanati dal cda»
SAN BENEDETTO - Nubi minacciose si addensano sul centro agroalimentare piceno. Si annuncia infatti vento di tempesta per questo pomeriggio quando l’assemblea dei soci...

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SAN BENEDETTO - Nubi minacciose si addensano sul centro agroalimentare piceno. Si annuncia infatti vento di tempesta per questo pomeriggio quando l’assemblea dei soci sarà chiamata a rinnovare il consiglio di amministrazione. Secondo indiscrezioni, l’amministrazione comunale d’intesa con la regione sarebbe intenzionata ad azzerare il direttivo.

 

Alla presidenza il favorito è l’avvocato Paolo Vulpiani, 65 anni, molto vicino all’associazionismo cattolico, sponsorizzato dal’’assessore Domenico Vellei. Di Silverio e Perotti rimarrebbero nel cda ma con ruoli diversi mentre Roberto Giacomini verrebbe dirottato alla presidenza del collegio dei revisori dei conti. Da controllato a controllore.

La soluzione contestata

 

Una soluzione però che non piace a molti, a cominciare da Gaetano Musto, portavoce di numerosi soci privati e condomini dell’Agroailimentare. «Siamo alle solite - tuona - dopo sei anni dove, a questo punto non per lungimiranza ma per pura fortuna, la politica aveva scelto i manager del centro agroalimentare, secondo corrette logiche di impresa, si torna all’antico, con scelte che potrebbero far ritornare la struttura ai tempi bui della spartizione di poltrone che in dieci anni aveva prodotto perdite per tre milioni di euro. Secondo Musto l’assessore comunale Pellei e quello regionnale Antonini, si sarebbero accordati per rivoluzionare i vertici del consiglio d’amministrazione.

Il sindaco

«Ma il sindaco di San Benedetto tace in balia delle correnti e degli umori quotidiani dei singoli, nessun commento sul futuro della partecipata da parte del sindaco Spazzafumo che fa spallucce, facendo capire che lui non ci ha potuto metter bocca. Dopo anni e anni di sconforto economico, che ha attanagliato il CAAP, abbiamo assistito a momenti di crisi e grossi litigi, in fase di rendicontazione bilanci, banche che mettevano in pressione i conti in rosso del centro, enti pubblici, con Regione, Province, Comuni e privati, che si azzuffavano a parole, pubblicamente ed in privato. Noi poveri privati abbiamo mantenuto botta, da buoni azionisti, confidando che nel tempo, le cose sarebbero cambiate. Dopo anni di veleni e di bilanci in profondo rosso, nel 2017 finalmente un terzetto di persone capaci che hanno preso le redini, dell’ingarbugliata situazione, soffrendo, agendo da bravi manager, hanno coinvolto associazioni e professionisti, ristrutturando e migliorando. Il cda - conclude Musto - ha fatto miracoli per risanare i conti» ma ora lo vogliono manfdare a casa.

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Corriere Adriatico