ASCOLI - Prima multati, poi beffati. E’ questa la sorte di decine di automobilisti piceni multati attraverso il doppio sistema tutor-autovelox sulla strada Picena, ovvero...
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Il primo riguarda proprio l’utilizzo degli impianti di rilevazione inizialmente solo come tutor e poi, dal 18 aprile 2018 (a seguito di una convenzione tra Regione e Provincia) anche come autovelox. Su questo aspetto, anche il comitato spontaneo di automobilisti che si è mosso per tutelare i cittadini ha sollevato dubbi sul duplice utilizzo di quelle macchinette sulla Picena. E sono stati presentati, in tal senso, diversi ricorsi da parte di automobilisti multati. Ma adesso emerge che proprio quei ricorrenti hanno visto trasformarsi la loro contestazione in una vera e propria beffa quando il giudice di pace ha dato loro ragione ma con l’accollo delle spese legali e del contributo unificato. Qualcuno, però, non si è arreso e ha deciso di ricorrere in appello (sarebbero almeno 13 gli automobilisti che hanno deciso di contrapporsi ancora). Altri ricorsi di automobilisti ascolani multati sempre attraverso autovelox-tutor lungo la strada Picena sono stati presentati al prefetto per un altro motivo.
Si tratta del periodo in cui la Provincia ha continuato a tenere accesi gli apparecchi rilevatori di velocità pur essendo, nel frattempo, la strada passata di proprietà dell’Anas e, quindi, non avendo più alcun valore la concessione stipulata da Palazzo San Filippo con la Regione (precedente proprietaria della strada in questione). In pratica, dal 25 ottobre fino al 29 novembre 2018, giorno in cui la Provincia ha diramato un comunicato con cui disponeva la sospensione delle rilevazioni di velocità, sono state elevate 377 contravvenzioni senza che, però, ci fosse un accordo formale (tra l’ente provinciale e l’Anas) per il prosieguo del servizio e, quindi, dell’attività sanzionatoria. Palazzo San Filippo, nel comunicato di sospensione a partire del 29 novembre, aveva scritto che «le criticità riferite circa l’erogazione delle sanzioni riscontrate dal 25 ottobre al 29 novembre scorso, giorno in cui è stato sospeso il monitoraggio, saranno oggetto di valutazione da parte degli organi giurisdizionali». Da qui, ecco arrivare i primi ricorsi al prefetto che, nei tempi previsti, è chiamato ad esprimersi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico