I residenti vogliono una centralina per rilevare lo smog a Porto d'Ascoli

Una delle domeniche a piedi sul lungomare
SAN BENEDETTO - L’aria è più pulita, ma il naso di tanti residenti dice tutt’altro. Può essere riassunto così lo “strano caso”...

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SAN BENEDETTO - L’aria è più pulita, ma il naso di tanti residenti dice tutt’altro. Può essere riassunto così lo “strano caso” che accade a San Benedetto, dove i numeri ufficiali sulla presenza di smog sono positivi, ma la percezione di vivere in una città inquinata continua ad accendere il dibattito pubblico. Intanto partiamo dai numeri oggettivi. I dati sulla qualità dell’aria sfornati dalla centralina di rilevamento gestita dall’Arpam e collocata in via Asiago tratteggiano un quadro migliore rispetto al recente passato. Per quanto riguarda le temute polveri sottili Pm10, infatti, dal 1 gennaio al 14 maggio 2017 si sono registrate solo 8 anomalie. Gli sforamenti più significativi si sono verificati: giovedì 23 marzo (61,6 microgrammi di polveri disperi nell’aria) giovedì 16 febbraio (55) e lunedì 3 aprile: 54,4. Mentre l’ultimo in ordine di tempo c’è stato venerdì scorso: 51,9. Leggermente al di sopra del limite di concentrazione giornaliera previsto dalla legge: 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria. Nel 2016 (sempre nel medesimo periodo) gli sforamenti furono 13, un anno prima sempre 13 e addirittura ben 25 nel 2014: anno nero dell’inquinamento atmosferico. Attualmente, dunque, appare piuttosto lontano il negativo traguardo delle 35 giornate di sforamento nell’arco dell’anno: altro paletto fissato dalle leggi europee, superato il quale il Comune è necessariamente chiamato a prendere drastici provvedimenti antismog. 
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Corriere Adriatico