Morti sospette alla casa di riposo, il tribunale rimanda in carcere l'infermiere accusato degli omicidi: «Wick è pericoloso»

Morti sospette alla casa di riposo, il tribunale rimanda in carcere l'infermiere accusato degli omicidi: «Wick è pericoloso»
OFFIDA - «Leopoldo Wick deve tornare in carcere». I giudici del tribunale del Riesame di Ancona hanno accolto il ricorso del Pm Umberto Monti che si era opposto...

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OFFIDA - «Leopoldo Wick deve tornare in carcere». I giudici del tribunale del Riesame di Ancona hanno accolto il ricorso del Pm Umberto Monti che si era opposto alla decisione alla decisione della Corte d’assise di Macerata che lo scorso 1° dicembre aveva disposto la scarcerazione dell’infermiere accusato di aver ucciso otto anziani della Rsa di Offida e del tentato omicidio di altri quattro ospiti della casa di riposo.

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Per il Riesame, l’infermiere che attualmente si trova agli arresti domiciliari, la misura cautelare in carcere sarebbe giustificata dalla presunta pericolosità sociale che sarebbe stata desunta dalle gravi accuse che sono state ipotizzate nei suoi confronti. Leopoldo Wick, però, almeno per il momento non tornerà dietro le sbarre visto che prima bisognerà conoscere l’esito del ricorso presentato dai suoi difensori, gli avvocati Tommaso Pietropaolo e Francesco Voltattorni. I due penalisti hanno infatti impugnato la decisione del Riesame davanti ai giudici della Cassazione chiamati a pronunciarsi nei prossimi giorni. I difensori di Wick, così come evidenziato nell’istanza di scarcerazione, sostengono infatti che non ci siano le condizioni per giustificare la misura cautelare in carcere per il proprio assistito poiché non c’è alcun pericolo che l’infermiere possa fuggire e neppure quello che possa reiterare il reato tenuto conto che è stato sospeso dall’Asur. Ma, soprattutto, per gli avvocati non vi è alcun pericolo che l’infermiere possa inquinare le prove tenuto conto anche del fatto che nel corso delle indagini è trascorso un periodo di oltre un anno dal momento in cui l’infermiere è stato iscritto sul registro degli indagati e l’arresto: un periodo in cui, se avesse voluto, avrebbe potuto inquinare le prove. Non la pensano così i giudici del tribunale del Riesame di Ancona che hanno riscontrato una presunta pericolosità sociale dell’imputato e hanno accolto le richieste del Pm Umberto Monti.

 

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Corriere Adriatico