Il restauro del monastero delle suore benedettine nel più totale silenzio: pure gli operai rispettano la Regola

Una delle opere restaurate nel monastero delle suore benedettine nel più totale silenzio: pure gli operai rispettano la Regola
OFFIDA - «Mi ha colpito apprendere che gli operai impegnati nei lavori qui al monastero, per non turbare la vita monacale che non si è mai interrotta, hanno operato...

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OFFIDA - «Mi ha colpito apprendere che gli operai impegnati nei lavori qui al monastero, per non turbare la vita monacale che non si è mai interrotta, hanno operato nel rispetto della regola del silenzio e che gli unici rumori sono stati quelli degli strumenti di lavoro». Lo ha detto il commissario alla ricostruzione Guido durante la presentazione del volume “Il restauro del Monastero di San Marco di Offida”. 

 
 
All’evento, che si è svolto nei locali del monastero, presenti anche il sindaco di Offida Luigi Massa; Giovanni Issini, Soprintendente Marche sud; Marco Trovarelli, direttore dell’Usr Marche; Giuseppe Brandimarti, dell’Ufficio direzione lavori dell’intervento sul monastero e curatore del volume; Alfredo Pellei, direttore dell’impresa che si è occupata dell’intervento; Gianpiero Palmieri, vescovo di Ascoli e Madre Catharina Müller Abbadessa delle Benedettine di San Marco. «Il cantiere di San Marco rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, privati ed enti, che vogliamo promuovere e sostenere sempre di più nell’opera di ricostruzione e di riparazione dei nostri territori - ha sottolineato Castelli -. La componente umana, e gli operai lo hanno dimostrato, è una parte fondamentale per una ricostruzione di qualità».
 


I lavori per il miglioramento sismico, finanziati con 3,6 milioni di euro, sono durati due anni e sono stati modulati per consentire alle monache di clausura di non abbandonare mai la struttura che aveva subito importanti danni a causa delle scosse di sette anni fa, diventando un esempio di gestione della progettazione e della cantierizzazione degli interventi post sisma su un bene tutelato. Oltre al modello organizzativo del cantiere, di particolare rilievo è stata anche la fase preliminare ai lavori, che si è avvalsa delle più avanzate tecnologie per restituire una conoscenza estremamente dettagliata degli ambienti, dei danni da riparare, di eventuali situazioni critiche non rilevabili a occhio nudo. Il cantiere ha restituito inoltre importanti scoperte archeologiche e pittoriche, attribuite anche al “Maestro di Offida”, che hanno permesso di meglio ricostruire le alterne fasi del complesso nei secoli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico