Non abbandona il paese dopo il terremoto, fermato ad Arquata e portato in caserma

Enzo Rendina, l'ultimo resistente di Pescara del Tronto
ARQUATA DEL TRONTO - Il rifiuto di abbandonare le proprie radici e di restare ancorati, come un cordone ombelicale, alla terra dove si è nati e cresciuti, anche se trema...

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ARQUATA DEL TRONTO - Il rifiuto di abbandonare le proprie radici e di restare ancorati, come un cordone ombelicale, alla terra dove si è nati e cresciuti, anche se trema sotto i piedi, fa paura e uccide. Enzo Rendina è un vero e proprio simbolo dei 'montanari testoni' del Centro Italia che nonostante lo sciame sismico che ha colpito l'Appennino dalle Marche all'Abruzzo, passando per Umbria e Lazio, non hanno la minima intenzione di abbandonare le terre a cui appartengono da intere generazioni. E non solo perché molti di loro sono contadini o allevatori che devono badare a terre e animali.



Enzo, infatti, non ha mai voluto lasciare il suo paese, Pescara del Tronto, frazione di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Anche se dopo il 24 agosto, e con le successive forti scosse, di Pescara non rimaneva quasi niente. È rimasto nella piccola frazione per oltre due mesi, e nemmeno gli incontri con Papa Francesco o con Vasco Errani sono bastati per fargli cambiare idea. "Io la vita l'ho rischiata quella notte, non certo oggi", aveva dichiarato a settembre al commissario per la ricostruzione. Solo in vista dell'inverno aveva chiesto una roulotte, poi la fortissima scossa del 30 ottobre lo aveva spinto ad abbandonare Pescara del Tronto: "Non esiste più niente". Per questo motivo aveva deciso di spostarsi in una tendopoli a Borgo d'Arquata, ma ancora una volta aveva ribadito di non voler lasciare i luoghi a cui appartengono le sue radici. 

Negli ultimi giorni Enzo si era spostato, a causa delle temperature polari, all'interno della caserma dei vigili del fuoco di Borgo di Arquata, in una sistemazione di fortuna. Le autorità, però, temendo per la sua salute, hanno deciso di intervenire: i carabinieri lo hanno fermato e condotto in caserma.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico