Montemonaco, il Principe si mobilita «Con Conti e Graziani per gli sfollati»

Mister Giuseppe Gianni ex capitano della Roma calcio
MONTEMONACO  - «Ho vissuto sulla mia pelle una della forti scosse che hanno colpito Montemonaco». A parlare è il Principe ovvero Giuseppe Giannini, ex...

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MONTEMONACO  - «Ho vissuto sulla mia pelle una della forti scosse che hanno colpito Montemonaco». A parlare è il Principe ovvero Giuseppe Giannini, ex capitano della Roma e della Nazionale, allenatore. La sua famiglia è originaria proprio di Montemonaco. 

«Sono nato a Roma ma mio padre è di Montemonaco. Qui ci vivono i miei zii e abbiamo una casa – racconta Giannini - Qualche giorno fa con mio padre sono stato a Montemonaco per constatare i danni alla nostra abitazione. Ero appena sceso dall’auto quando ho sentito un forte boato. Pensavo fosse stato un treno, mi sono guardato intorno, poi mi sono ricordato che da noi non c’è la stazione. Ho capito che era il terremoto. Sembrava che la terra si aprisse sotto i nostri piedi, ho visto la mia auto che si spostava». Il Principe aveva provato ad arrivare nel paese del parco nazionale dei Sibillini anche la mattina del 30 di ottobre: «Eravamo in auto diretti a Montemonaco per starci qualche giorno anche in occasione della sagra della castagna. Poi ci hanno fatti tornare indietro perché era successo il finimondo. Allora siamo tornati due giorni dopo e un’altra forte scossa ci ha accolti. Ho visto il paese desolatamente vuoto, ho fatto il giro della zona rossa accompagnato da un vigile del fuoco. Sono molto dispiaciuto per quanto è successo ma il terremoto non si può prevedere. La mia casa non ha subito gravi danni ma mi ha fatto male vedere i volti delle persone. Sono tristi e impauriti. Ho capito la gravità della cosa». 

Anche il Principe darà il suo contributo: «Insieme a Graziani e Bruno Conti ci stiamo adoperando per incidere un disco. Il ricavato andrà alle popolazioni terremotate sperando che tutto torni alla normalità affinchè io possa riammirare la bellezza dei monti Sibillini come facevo una volta».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico