Un nuovo cavolfiore del Crea va all’assalto dei mercati mondiali: arricchito dal betacarotene l’ortaggio di colore arancione è più salutare

Un nuovo cavolfiore del Crea va all’assalto dei mercati mondiali: arricchito dal betacarotene l’ortaggio di colore arancione è più salutare
MONSAMPOLO  - Da uno studio che va avanti da oltre 10 anni nasce il cavolfiore romanesco arancione. Una tipologia unica al mondo individuata dai ricercatori del laboratorio...

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MONSAMPOLO  - Da uno studio che va avanti da oltre 10 anni nasce il cavolfiore romanesco arancione. Una tipologia unica al mondo individuata dai ricercatori del laboratorio dell’Istituto Crea di Monsampolo del Tronto e finanziata dall’azienda francese di semi Clause, tra le più importanti in Europa. 

 


«Questo prodotto è frutto di una proficua collaborazione tra pubblico e privato» ci tiene a sottolineare Nazzareno Acciarri, già direttore del Crea di Monsampolo che ha ideato e curato la ricerca di questo nuovo ibrido di cavolfiore. «Con questa azienda, che ha sedi e dipendenti anche in Italia – aggiunge Acciarri - avevamo già sviluppato delle tipologie di cavolfiore romanesco ovvero quello verde di Macerata e quello bianco a maturazione tardiva: questo grazie ad una collaborazione durata più di 20 anni». Da tempo, infatti, i ricercatori stanno lavorando nel miglioramento genetico e, in particolar modo, sul contenuto arancione fonte di carotene. In questo prodotto, infatti, sono contenute le tradizionali molecole biologiche attive dei cavolfiori ma con l’aggiunta del carotene, che è il precursore della vitamina A.

«Esistano già dei cavolfiori tradizionali di colore arancione, ma non i romaneschi dalla qualità e dal sapore sicuramente migliore. Inoltre l’aggiunta di questo colore arancione, che non è altro che il betacarotene, ha arricchito questa tipologia di una nuova molecola biologicamente attiva ricca di proprietà alimentari. La ricerca si è sviluppata attraverso degli incroci del tutto inediti tra tipologie di cavolfiore. Il prossimo obiettivo è allargare la gamma, e quindi il periodo di maturazione, in modo tale che il prodotto possa essere reperito sul mercato da dicembre fino a marzo. Mentre attualmente il periodo va da gennaio ai primi di febbraio». Il passaggio dai laboratori di ricerca alla terra è avvenuto grazie all’azienda agricola di Giuliano Ercoli, associato alla Cia di Ascoli, Fermo e Macerata che ha coltivato il cavolfiore romanesco arancione nei propri terreni di Morrovalle, in provincia di Macerata. 


«Abbiamo iniziato la fase di raccolta - spiega l’associato alla Cia provinciale - La qualità del cavolfiore arancione è ottima: un prodotto cresciuto bene grazie anche alle congeniali condizioni meteo. L’autunno 2020, infatti, per la campagna è stata una stagione come quelle di un tempo con una temperatura che si è abbassata gradualmente fino al freddo tipico dell’inverno. Non abbiamo registrato forti escursioni che potevano compromettere il raccolto. Abbiamo piantano circa 20mila piante per ogni ettaro con una resa di 180 quintali». Il viaggio del cavolfiore romanesco arancione fa tappa a Monteprandone nella frazione di Centobuchi dove ha sede l’azienda Orsini e Damiani. E adesso arriva nei supermercati, in fase di test sui consumatori, del Piemonte, della Lombardia e della Liguria prima di conquistare anche le piazze straniere.

 

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Corriere Adriatico