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Durante un soccorso a persona è stato, infatti, aggredito da un paziente. Il giovane ha picchiato anche l’infermiere e l’autista.
«Non è la prima volta»
«Non è la prima volta che personale sanitario viene aggredito durante lo svolgimento del proprio lavoro – commenta il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia – lavoro che ovviamente comporta dei rischi che comunque bisogna cercare di contenere al massimo, anche con l’aiuto delle forze dell’ordine. Il lavoro del medico, e del personale sanitario in genere, comporta una forte propensione all’aiuto del prossimo che soffre, ma episodi del genere non possono che preoccupare. Al medico e a tutto l’equipaggio del 118 va la solidarietà della direzione aziendale, oltre all’augurio di pronta guarigione». Un episodio che mette in luce la necessità di prevenire le aggressioni contro il personale sanitario, garantendogli sicurezza durante lo svolgimento del prezioso lavoro. Non solo quando sono in servizio nei vari pronto soccorso ma anche quando vanno di casa in casa a soccorrere persone con problemi psichiatrici, devianze o dipendente. Tante volte è complicato portare avanti un Tso o fermare una persona che si trova in forte stato di alterazione ed è diventato pericoloso per sé e per gli altri. Dopo il Covid i medici erano diventati degli eroi, ora si è tornati alla normalità e non passa giorno che non si registrino episodi di violenza contro la categoria. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico