San Benedetto, di scarto o illegale La mappa del pesce degli abusivi

Il molo nord
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SAN BENEDETTO - Altro che muccigna, il romantico “salario” in natura che l’armatore concedeva al pescatore imbarcato nel secolo scorso. Oggi i vu pescà che si aggirano nei pressi dello scalo sono riforniti e, per di più, è possibile tracciare una mappa della loro presenza nei vari luoghi della città. C’è, addirittura, chi è in grado di segnalare quali - e quanti - ristoranti o locali si servono da questi commercianti abusivi. Ovviamente si tratta di fonti che non intendono comparire vista la delicatezza dell’argomento ma sono in grado di spiegare come funziona il commercio parallelo.Gli abusivi si possono trovare innanzitutto sulle banchine del porto, il pomeriggio, quando le barche tornano dalla battuta quotidiana.


«Acquistano le casse - spiega chi conosce bene questo commercio - direttamente lì dalle volanti ma anche nel fine settimana stanno appostati quando arrivano a terra le barche più grosse. Un’altra forma di approvvigionamento è quella, per così dire umanitaria. Trattandosi di stranieri che chiedono aiuto, anche al mercatino del pesce, spesso si preferisce ricompensarli in natura piuttosto che facendo la carità in denaro. «Le cassette sono mal tenute - aggiunge la nostra fonte -: pericolose perché i pesci azzurri sviluppano in poche ore l’anisakis e queste persone non sono in grado di spiegare ai loro interlocutori i metodi di cottura più adeguati. Ovviamente non stiamo neppure parlando della mancanza di scontrini e fatture che, chiaramente non esistono così da fare concorrenza ai circuiti legali. D’altra parte cadono nella rete soprattutto gli anziani che per pochi euro».A dir la verità le postazioni pure sono note: dopo lo smantellamento di quella sul pontino lungo, si trovano in via San Martino, ad esempio, o nella vicina via Roma. Sul ponte nei pressi della Palazzina Azzurra nei giorni di mercato e, recentemente, addirittura proprio davanti al mercatino al dettaglio della banchina del porto dove a volte si sono verificati episodi di tensione perché le massaie vengono avvicinate prima che entrino e invogliate con prezzi molto più bassi di quelli che troverebbero all’interno. Un’altra postazione è vicina al bar del porto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico