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Determinata e con le idee chiare: Natascia Troli ha vissuto la sua adolescenza con impegno e leggerezza, che l’hanno accompagnata verso i suoi traguardi. Un’indole fatta di concretezza e sogno che appartiene a chi vive cullato dalle montagne, spirito ereditato dai genitori Mariano e Santina, e dai suoi nonni, tutti di Pozza ad Acquasanta Terme: «Quelli materni, in particolare, mi hanno fatto da baby sitter. Ex partigiani, hanno ricevuto la medaglia d’oro, hanno vissuto il dramma dell’eccidio di Pozza. Nonni energici, sempre disponibili: mi hanno regalato momenti speciali e ricordi meravigliosi. Forse la loro energia derivava proprio dall’aver lottato per la vita». Nel 1984, la famiglia si trasferisce a Folignano, quando nasce sua sorella e per la necessità del padre, ufficiale di polizia, di essere più vicino al lavoro ad Ascoli.
Il trasferimento
«Amavo tantissimo le materie scientifiche. Alle scuole medie - spiega Natascia ripensando a quei momenti - nelle giornate di orientamento, mi rimase impressa la visita all’Istituto Mazzocchi perché aveva tanti laboratori. Ne rimasi affascinata e ho scelto quasi per istinto». Natascia ama la scuola ma non passa ore e ore sui libri: «Le mie materie preferite erano anatomia, patologia, ciò che riguardava la salute umana. Studiavo e mi piaceva la scuola ma il bello era stare con gli amici.
Il viaggio
«Il più emozionante è stato Sharm el-Sheikh in Egitto, io sono appassionata della cultura egizia e per me è stato fra i viaggi più belli!». “Lasciate ogni speranza voi ch’intrate”. Il celebre versetto infernale della Divina Commedia, libro preferito di Natascia, potrebbe essere l’etichetta che affibbieremo agli anni arrovellati e aggrovigliati dell’adolescenza contemporanea, che anticipa tutto e scava a fondo per rimanere prigioniera di tanta profondità, perdendo lo slancio per spiccare il volo. «Auguro ai giovani più leggerezza, quel pizzico di ingenua e onesta spregiudicatezza che fa crescere bene, assaporare il desiderio di iniziare e proseguire il viaggio, immaginando senza troppe certezze come sarà il domani!» Decidere di alzarsi e partire, per uscire fuori “a riveder le stelle”.
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Corriere Adriatico