Guerra dell'acqua, Grottammare contro Comunanza. Il sindaco Piergallini: «Appartiene a tutti, anche a noi»

Grottammare, il sindaco Piergallini replica al primo cittadino di Comunanza: «L'acqua appartiene a tutti, anche a noi»
ASCOLI - «Basta con le zone montane che debbono sempre essere le mammelle dove altri territori, le città, vanno a mungere le risorse idriche, oltretutto senza dovuti...

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ASCOLI - «Basta con le zone montane che debbono sempre essere le mammelle dove altri territori, le città, vanno a mungere le risorse idriche, oltretutto senza dovuti ritorni. Ad esempio i centri della costa, che d’estate sono pieni di turisti, non possono pensare di utilizzare a iosa l’acqua potabile anche per le docce sulla spiaggia e altri servizi igienici». Lo sfogo del sindaco di Comunanza, Alvaro Cesaroni, dopo il summit sull’emergenza idrica nel quale è emerso che le portate d’acqua si sono ridotte di 83 litri al secondo rispetto all’anno scorso, ha suscitato reazioni. 



«Non voglio scadere in una polemica di campanile - replica Enrico Piergallini, sindaco di Grottammare - ma vorrei ricordare a Cesaroni che l’acqua è un bene pubblico che appartiene a tutti, ai centri dell’entroterra come a quelli della costa. Sulla riviera si spreca l’acqua per le docce dei bagnanti? C’è una questione anche di rispetto delle norme igienico-sanitarie. Non è che il turista in spiaggia si deve lavare con l’acqua di un pozzo qualsiasi. Convengo con lui, invece, che tutti quanti si devono impegnare per limitare i consumi di un bene prezioso come l’acqua, specie per gli usi impropri che purtroppo si continuano a fare nonostante la siccità». Infine l’ultima puntualizzazione. «Nonostante gli ultimi difficili anni, i dati turistici sulla costa sono confortanti. Noi rappresentiamo una porta anche per lo sviluppo dell’entroterra: il turista viene da noi per la vacanza al mare ma poi si sposta nell’hinterland. Non sottovalutiamolo». 

Piersimoni: «Battuta uscita male»
 

Per il sindaco di Cupra Marittima, Alessio Piersimoni la dichiarazione di Cesaroni «è una battuta uscita male. Non è il caso di dividerci su un tema così importante come quello dell’acqua. Dobbiamo invece recuperare lo spirito del comitato Ascoli capitale della cultura 2024 dove gli amministratori della costa hanno collaborato con le due città più importanti e con i comuni dell’entroterra».

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Corriere Adriatico