Cianuro nel fiume Tesino, scattano le indagini per trovare i responsabili

I prelievi sul Tesino
GROTTAMMARE - C’era cianuro nel Tesino nei giorni in cui sono state rinvenute decine di carcasse di pesci all’altezza della foce. È quanto emerso dalle analisi...

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GROTTAMMARE - C’era cianuro nel Tesino nei giorni in cui sono state rinvenute decine di carcasse di pesci all’altezza della foce. È quanto emerso dalle analisi effettuate dall’Arpam che erano state eseguite nel periodo in cui era avvenuta la scoperta della moria di pesci. Analisi complesse da sviluppare alle quali sono seguiti numerosi sopralluoghi che hanno accompagnato l’indagine condotta dai tecnici sotto la supervisione dei carabinieri forestali. 

 

 

Il risultato è stato che soltanto nei giorni scorsi in Comune, a Grottammare, sono stati recapitati i documenti contenenti i risultati di quegli esami ed è emerso che l’8 ottobre, vale a dire poche ore dopo il ritrovamento di quelle carcasse, nell’acqua del Tesino erano presenti tracce di cianuri in piccole quantità. Lo conferma il sindaco Enrico Piergallini: «L’Arpam nelle rilevazioni effettuate nei giorni successivi rivela l’assenza di quella sostanza e questo, stando a quanto affermano i tecnici, lascerebbe intendere che nelle ore antecedenti alla prima rilevazione la concentrazione di quelle sostanze potesse essere maggiormente elevata». Ma come sono finite quelle sostanze nel Tesino? È quello che Forestali e Comune vorrebbero capire nel più breve tempo possibile. Ovviamente l’ipotesi maggiormente accreditata è quella di uno sversamento di sostanze di tipo industriale che contenevano quelle sostanze e proprio in tal senso si stanno concentrando le indagini. L’area da dove quelle sostanze sono partite è stata circoscritta e dovrebbe trattarsi di qualche stabilimento che si trova sul territorio comunale grottammarese. Inoltre essere riusciti ad isolare la sostanza che ha ucciso i pesci può aiutare gli investigatori ad individuare in quali stabilimenti certi prodotti vengono utilizzati e in quelli no. Le verifiche effettuate nei mesi scorsi dovranno fornire risposte anche in tal senso e spiegare anche se si sia trattato di un atto intenzionale, cioè di persone che hanno volutamente smaltito quei liquidi nelle acque del fiume, o se si sia trattato di un incidente. Fermo restando che anche in caso di episodio accidentale chi aveva la responsabilità di avvisare immediatamente le forze dell’ordine non lo ha fatto. 



Comunque siano andate le cose il risultato ottenuto è stata la morte di centinaia di pesci rinvenuti alla foce del Tesino nei primi giorni di ottobre e anche del decesso di alcuni gabbiani avvenuto nei giorni successivi. Gli uccelli si erano probabilmente nutriti dei resti di quei pesci ingerendo così la sostanza che li aveva uccisi e, di fatto, avvelenandosi. Le indagini, insomma, vanno avanti. Il danno ambientale effettuato è stato elevato e sia il Comune che i carabinieri vogliono veder chiaro su tutta la situazione e trovare i responsabili di quell’atto così pesante. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico