Green pass falsificati, arresti domiciliari a un medico di base. Vaccini sprecati per rilasciare certificati ai no-vax

I carabinieri del Nas hanno notificato l'ordine di custodia cautelare a domicilio
ASCOLI - L’inchiesta sul rilascio dei falsi Green pass non si è esaurita con gli arresti del medico di base Giuseppe Rossi e del presunto complice Maurizio Strappelli...

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ASCOLI - L’inchiesta sul rilascio dei falsi Green pass non si è esaurita con gli arresti del medico di base Giuseppe Rossi e del presunto complice Maurizio Strappelli ma è gemmata in un altro filone d’indagine, stavolta della Procura della Repubblica di Fermo. A finire agli arresti domiciliari è stato il medico di base, Ido Partemi, di Grottammare, molto conosciuto in città per la sua esperienza e per il gran numero di assistiti. Al medico di Grottammare viene contestato, in maniera simile al collega ascolano, di avere rilasciato certificati verdi taroccati.

Contagi giù del 43% e ricoveri nei limiti: le Marche ovviamente restano in zona arancione

 
Il metodo
Il metodo adottato sarebbe stato lo stesso. Vaccini gettati nella spazzatura in cambio della registrazione dell’avvenuta somministrazione a chi ne aveva fatto illecita richiesta. A chiudere il cerchio di un’indagine avviata alla fine dell’estate scorsa sono stati i carabinieri del Nas di Ancona. A differenza di Rossi, per gli investigatori dell’Arma sarebbe stato più difficile accertare i reati contestati dalla magistratura fermana poiché il numero delle certificazioni taroccate rispetto a quello degli assistiti era meno esorbitante rispetto al caso Rossi.


Le segnalazioni
Somministrazioni anomale che comunque non sono sfuggite all’ex direttore generale dell’Area vasta 5, Cesare Milani, al quale vanno i meriti assieme ai suoi dirigenti (che sono stati i primi ad accorgersene) di avere subito segnalato le incongruenze alle rispettive Procure della Repubblica di competenza: Ascoli per Giuseppe Rossi e Maurizio Strappelli; Fermo per Ido Partemi (Grottammare ricade per competenza nel distretto fermano). Probabilmente già nella giornata di oggi i Nas chiariranno ulteriormente i termini di questa brillante operazione per capire se dietro questa presunta illecita procedura si nasconda qualcosa altro.

Ad esempio se anche il dottor Partemi, come indaga la magistratura, sia stato o meno aiutato e quante persone si sarebbero rivolte a lui per ottenere il Green pass falso e in questa maniera continuare a lavorare aggirando gli obblighi di legge previsti senza dovere necessariamente sottoporsi alla vaccinazione. In teoria, l’acquisto e la vendita di Green pass contraffatti possono integrare, oltre che il reato di falso, anche quello di truffa. Secondo la giurisprudenza, i reati di truffa e di falso possono coesistere, anche quando la falsificazione sia stato lo strumento per portare a termine il raggiro. Nel caso di specie, colui che acquista una certificazione verde contraffatta sa benissimo che sta commettendo un illecito. 

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Corriere Adriatico