Fortunato, primario di Biologia molecolare: «Infettato dal Covid anche chi ha fatto la prima dose, scende l'età dei contagiati»

Il dottor Antonio Fortunato dirige il Laboratorio di Biologia molecolare dell'ospedale di Ascoli
ASCOLI - Il Piceno, insieme al Fermano, è attualmente la zona meno interessata dal boom di contagi che sta investendo la parte nord delle Marche e che ha causato...

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ASCOLI - Il Piceno, insieme al Fermano, è attualmente la zona meno interessata dal boom di contagi che sta investendo la parte nord delle Marche e che ha causato l’inserimento della regione in zona rossa. Il parametro che costringe ad inserire una zona nella fascia con maggiori restrizioni è quella dei 250 casi ogni 100mila abitanti.

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Attualmente, in provincia di Ascoli, la cifra è poco sopra i 180. Non è facile la situazione delle terapie intensive, occupate al 60% in tutta la regione da pazienti positivi al Covid. Intanto ad Ascoli il laboratorio di Biologia molecolare dell’ospedale “Mazzoni” è impegnato quotidianamente nell’analisi dei tamponi, l’esame che è elemento fondamentale per l’individuazione del virus e dell’analisi delle varianti.


Le varianti
« La situazione è aggiornata a qualche giorno fa ma fino alla settimana scorsa, nel nostro territorio è prevalente la variante inglese» sottolinea il direttore del laboratorio di Biologia molecolare dell’ospedale Mazzoni, Antonio Fortunato «È una variante che sembra avere una maggiore contagiosità e di diffusione, ma dal punto di vista della gestione sia del paziente che della terapia applicata, non ci sono molte differenze. L’età media si è abbassata: al momento siamo tra i 40 e i 50 anni» sottolinea Fortunato. «Qualche giorno fa abbiamo anche esaminato campioni provenienti da Urbino, ma nelle nostre zone, la percentuale di positivi si sta abbassando, anche se ancora non in maniera significativa, ma un calo c’è stato sicuramente. Non è detto che i vaccinati siano indenni dall’infezione e c’è stato qualche caso di qualcuno che è rimasto infettato dopo la prima dose di vaccino» evidenzia Fortunato. Dopo le vacanze di Pasqua, i ragazzi delle scuole dovrebbero tornare sui banchi. Un segno che fa pensare all’avvicinarsi di un ritorno alla normalità alla quale tutti sperano e uno dei metodi sul quale si sta riflettendo per tornare alle lezioni in presenza è quella di utilizzare su tutti gli studenti i test rapidi da effettuare su un campione di saliva. Il percorso d validazione di questi dispositivi è in corso da parte dell’Istituto superiore di sanità.

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I tamponi salivari


«L’efficacia è la stessa degli altri tamponi. La differenza riguarda il fattore dell’utilizzo: invece di usare il bastoncino che tocca la superficie della faringe o le fosse nasali, si aspira della saliva e si va a cercare lì il virus Sars Cov 2 - prosegue Fortunato - L’efficacia c’è, ma l’unico problema è avere i metodi per certificare per l’uso, perché non tutti i metodi sono adattabili alla saliva. Il produttore del reagente deve garantire che l’utilizzo possa essere efficace» aggiunge il direttore del laboratorio di Biologia molecolare. «Noi non analizziamo i tamponi dei laboratori privati. I loro referti transitano nel nostro sistema informatico per arrivare poi alle statistiche regionali ma noi non li vediamo proprio. Al momento è ancora attivo il drive in all’ospedale Mazzoni, e sicuramente resterà ancora per altri mesi per poter proseguire un’osservazione di un numero consistente di tamponi» conclude. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico