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PESARO - Positiva e sintomatica il 9 marzo 2020, ri-positiva e di nuovo con sintomi prepotenti, un anno dopo, lo scorso 18 marzo. È un incubo senza fine quello che sta vivendo l’avvocatessa e consigliera comunale Maria Rosa Conti, primo vero caso di doppio contagio acclarato, con sintomi evidenti e tamponi positivi a certificarlo, raccontato nella nostra regione.
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«L’ho capito subito - spiega - Il tampone molecolare del 22 marzo, in Strada dei Cacciatori, nel drive che io avevo contribuito a far riaprire a settembre con un’apposita commissione Salute in Comune, ha confermato: positiva, nessuna variante, il Covid era lo stesso che avevo già avuto». Uno spettro che, di sponda, può e deve interessare tutti: «Vietato abbassare la guardia». Ma non solo. Perché nella testimonianza di Maria Rosa Conti c’è anche una concomitanza, intesa come correlazione quantomeno temporale e di vicinanza fisica, che merita un doveroso approfondimento: il Covid si è presentato 10 giorni dopo il vaccino AstraZeneca che il marito aveva ricevuto manifestando poi, come reazione, una febbre molto alta per tre giorni.
«Giovedì 18 marzo, di mattina, di punto in bianco ho avuto un forti problemi intestinali - spiega l’avvocata Conti - Ero preoccupata, ho pensato subito al Covid.
Un anno fa tutta la famiglia della Conti, figlie minorenni e anziani genitori compresi, prese il Covid. La sorella ebbe le conseguenze più serie con una polmonite bilaterale interstiziale. I casi di ri-contagio, sul nostro territorio, sarebbero ufficiosamente una ventina. «Sto via via meglio anche se ho il mal di testa perenne e molta debolezza - racconta - L’altra volta era durata diverso tempo, non mi alzavo dal letto. Dal 9 marzo 2020 il tampone era diventato negativo ai primi di maggio e a fine maggio avevo ancor agli anticorpi altissimi. Adesso sono le mie figli ad avere gli stessi sintomi miei, temo che l’abbiano ripreso anche loro».
Da protocollo Conti ha chiamato tutte le persone che aveva incontrato tre giorni prima dei sintomi «ma poi ci si può solo rivolgere al senso di responsabilità delle persone che dovrebbero farsi i tamponi per sicurezza». E pensare che come docente, lunedì, doveva fare l’AstraZeneca. «Sì, la prima dose. Mentre mio marito (che lavora nella Polizia di Stato, ndr) ha avuto la prima l’8 marzo scorso. Poi ha avuto la febbre a 39 per tre giorni, come diversi altri».
La concomitanza tra il vaccino del marito e il ritorno del Covid andrebbe approfondita. La domanda: c’è un nesso di causalità o no? «Io sono favorevole al vaccino - rimarca Maria Rosa Conti - e non mi è mai venuto in mente di non sostenerlo ma la concomitanza fa riflettere. Io ho due genitori molto anziani e osservo alla lettera tutte le regole per la sicurezza. Indosso mascherina e guanti. A scuola c’era già la Dad. In ogni caso il mio secondo contagio forse ci fa capire che, in futuro, ogni anno ci si dovrà probabilmente vaccinare e che con questa situazione bisognerà conviverci veramente. Per questo va verificato se, quando ti vaccini, ci possa essere in alcuni il rischio di sviluppare nei primi giorni una carica virologica tale da contagiare chi ti è vicino e di conseguenza gestire questo con sicurezza».
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Corriere Adriatico