L'esercito dei 4mila poveri rischia di diventare una bomba sociale, strozzini in agguato

San Benedetto, l'esercito dei 4mila poveri rischia di diventare una bomba sociale, strozzini in agguato
SAN BENEDETTO - E’ un esercito di poveri - almeno 4mila persone, il 10% della popolazione sambenedettese - quella che bussa oramai alla porta delle Caritas, diocesana e...

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SAN BENEDETTO - E’ un esercito di poveri - almeno 4mila persone, il 10% della popolazione sambenedettese - quella che bussa oramai alla porta delle Caritas, diocesana e parrocchiale, e si rivolge ai servizi sociali del Comune di San Benedetto. Una situazione che rischia di esplodere presto come una bomba sociale visto che, anche se dovesse ripartire la stagione balneare, i numeri non potranno comunque supportare il lavoro stagionale. E come ha detto Papa Francesco rischiano di far finire nelle mani degli strozzini, piaga purtroppo esistente in Riviera dove opera da anni l’associazione Mons. Traini 


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I dati a causa del Covid fotografano una situazione da economia bellica: Erano 180 fino a febbraio le famiglie seguite dai servizi sociali al Comune di San Benedetto. Oggi, in base ai buoni spesa richiesti, sono precipitati nell’indigenza altri 1695 nuclei, vale a dire tutti quelli effettivamente bisognosi.
 
Per ora solo 1117 hanno potuto accedere al bonus perché il fondo governativo si è esaurito ma l’assessore Emanuela Carboni fa sapere che «nessuno resterà indietro e che si stanno predisponendo altre iniziative». Sta di fatto che al settore servizi sociali arrivano ufficialmente ogni giorno almeno 10 richieste di aiuto tra le più disparte: dai pacchi di viveri alle bollette che non si riesce a pagare, dagli affitti alle morosità più varie. Molte delle richieste hanno impegnato il personale degli uffici anche il giorno di Pasqua e vengono girate alle associazioni che si occupano di sociale riunite in una super associazione che si chiama Insieme per la solidarietà e ne riunisce 7 sul territorio cittadino : ha ottenuto, oltre ai finanziamenti solitamente indicati in bilancio, un extra gettito dal Comune di altri 10 mila euro proprio in questi giorni per far fronte all’emergenza e bypassare la burocrazia perché in alcune situazioni non si può perdere tempo o si finisce a carte bollate. Duemila euro sono arrivati anche alla Caritas, la più nota sicuramente, delle associazioni coinvolte che inoltre ha il pregio di essere presente in maniera estremamente capillare sul territorio grazie alle parrocchie. Quelle interessate all’emergenza sono 20 in tutto. Qui funziona un centro d’ascolto e ci si può rivolgere direttamente anche al parroco. Le richieste che vengono segnalate riguardano per il 4% sostegno psicologico, il 12% farmaci, il 46% viveri , il 36% sussidi economici e il 2% la ricerca di lavoro. Questi servizi normalmente erogati, hanno subito un’impennata durante questa emergenza Coronavirus arrivando a un totale di 505. I pacchi viveri consegnati sono cresciuti a 1864 mentre sono state distribuite 126 schede prepagate per acquistare viveri. Chiusa poi la mensa di via Madonna della Pietà sono stati distribuiti per l’asporto giornaliero 80 pasti, 250 pacchi viveri e sussidi economici per pagamento bollette e affitti per un totale di 6mila euro. Mentre la stessa Caritas, con i propri fondi ha acquistato 230 schede prepagate della Conad per un controvalore di 9.900 euro. La Coop invece ha donato 119 schede (8.450 euro).
Le donazioni

In tutto i contributi che la Cariats ha ricevuto dai privati ammontano a 18mila euro. Più 10mila dalla Caritas nazionale e mille Colombe, 500 uova di Pasqua insieme a 1300 confezioni di wafer donati dalla Loaker e tanto pesce, arrivato dai pescatori locali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico