Ascoli, i tamponi ci sono, ma mancano i kit per effettuare i test del Coronavirus. E le tute per i sanitari

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ASCOLI - Solo 7 le persone positive al Covid-19, ieri, in provincia di Ascoli, anche perchè sono pochi i tamponi eseguiti nelle ultime ore. Il problema, a dispetto del nuovo macchinario entrato in funzione nei giorni scorsi e che ha la capacità di processare fino a 800 tamponi nell’arco delle 24 ore, è che mancano i kit per il processo stesso (palette e reagenti). Insomma, è come se una persona possedesse una Ferrari ma non ha la benzina. 


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Il problema è che le case fornitrici di questi kit non riescono a stare dietro alla domanda, che negli ultimi tempi è aumentata. Ieri, all’Area Vasta 5, sono arrivati poco più di mille kit con i quali, a meno di miracoli di cui al momento non si riscontra traccia, occorre andare avanti per tutta la prossima settimana. In pratica, una media di 150 tamponi al giorno, senza considerare quelli arretrati, custoditi nelle celle frigorifere e che attendono ancora di essere processati. Di questo passo si può ben comprendere come l’obiettivo di 800 tamponi al giorno nell’Area Vasta 5 fissato dalla Regione e più volte ribadito, è impossibile da raggiungere come ammette lo stesso Milani: «Mancano i kit e purtroppo anche le tute protettive per gli operatori sanitari».
 
Questa la situazione sul fronte dei tamponi. Nell’Area Vasta 5 si registra anche una grossa carenza dei Dpi (Dispositivi di protezione individuale), come mascherine, tute, stivali e caschi. Strumenti che servono a garantire il lavoro del personale sanitario impegnato in questa fase a combattere l’epidemia. Una carenza che sta provocando sempre più spesso polemiche e proteste, il cui bersaglio sembra essere la direzione dell’Area Vasta 5, sia quella generale che quella sanitaria. Anche se le proteste del personale sanitario, (medici, infermieri e ausiliari) può essere comprensibile, è il bersaglio di queste stesse proteste che pare sbagliato. Perchè entrambe le direzioni si sono mosse più volte presso la Protezione civile, per essere rifornite di questi dispositivi. E, vale, lo stesso discorso fatto per i kit dei tamponi. A fronte di una domanda in continua crescita, la disponibilità delle ditte che realizzano questi dispositivi è limitata. 
Il sindacato

Basta, del resto, ascoltare quello che dice in proposito Giorgio Cipollini, responsabile della Funzione pubblica della Cisl. «In un momento come questo - spiega Cipollini - prendersela con tizio o caio per la mancanza dei Dpi non ha alcun senso. Il fatto è che rispetto a una domanda sempre più crescente, l’offerta è limitata. Un discorso che coinvolge anche la Regione e la Protezione civile. Se i Dpi non arrivano nell’Area Vasta 5 è perchè, semplicemente, non ci sono. E non arrivano nell’AV5 così come non arrivano negli ospedali di tutto il Paese». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico