ASCOLI - Per il Dipartimento di Prevenzione dell’Area Vasta 5, quella che sta arrivando si annuncia come una estate difficile. Due, soprattutto, i motivi. Il primo, il...
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«I prossimi mesi – dice, al riguardo il direttore del Sisp, Claudio Angelini - saranno piuttosto complicati ed è evidente che con l’organico a disposizione non possiamo far fronte a tutto. C’è da considerare che tra le nostre attività c’è anche quella ispettiva sugli esercizi pubblici e questo significa controllare chalet, bar e ristoranti».
«Poi, un fattore da considerare è che il personale, dopo i mesi passati a combattere la pandemia, avrà pure diritto a qualche giorno di riposo. Persone alle quali abbiamo già chiesto l’impossibile nelle scorse settimane e alle quali non possiamo chiedere miracoli. Il fatto che in estate si riverseranno sulla nostra costa molte persone provenienti dalle regioni maggiormente a rischio, non ci consente di abbassare la guardia. E, come se non bastasse, uno dei primi compiti da affrontare già a partire dai prossimi giorni, è quello di recuperare il tempo per le vaccinazioni che nella fase di emergenza abbiamo stoppato, tranne che per le vaccinazioni ai bambini. Insomma, un quadro niente affatto consolante e che metterà ancora una volta a dura prova il personale del Dipartimento di Prevenzione a partire dagli assistenti sanitari». Una figura, quella dell’assistente sanitario, che nella fase dell’emergenza è stato in prima linea per la sorveglianza sanitaria e la tracciatura delle persone positive al Covid-19.
L’organico
Attualmente, l’organico degli assistenti sanitari del Dipartimento di Prevenzione dell’Area Vasta 5 è composto da nove persone, un numero giudicato assolutamente insufficiente ad affrontare i prossimi mesi estivi. Perché uno dei compiti che gli assistenti sanitari dovranno affrontare fin da subito, è quello di recuperare il tempo per le vaccinazioni. Questo significa riorganizzare il servizio con una spalmatura dei tempi, per recuperare quanto non è stato possibile fare nei mesi passati. Perché a vaccinarsi non sono solo i bambini, ai quali, comunque, sono state fatte tutte le vaccinazioni previste dal protocollo, ma anche gli adulti. Se, poi, con l’afflusso di migliaia di persone sulle coste Picene provenienti dal nord Italia, dovesse eventualmente scoppiare una nuova emergenza che nessuno si augura, allora, le preoccupazioni presso il Dipartimento di Prevenzione aumentano. Intanto bisogna tracciare e controllare obbligatoriamente chi arriva dall’estero. Per tutti gli altri si aspettano, invece, le indicazioni del governo in previsione della riapertura dei confini regionali prevista per il prossimo 3 giugno Per questi motivi, tra gli assistenti sanitari, tutti laureati, serpeggia una notevole preoccupazione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico