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COMUNANZA - E’ un effetto tellurico con conseguenze non ancora del tutto prevedibili negli assetti ed equilibri istituzionali dell’area montana. L’uscita del comune di Comunanza dall’Unione Montana dei Sibillini crea scompiglio, sorpresa e disorientamento all’interno dell’ente e fra gli altri dieci primi cittadini dei comuni che ne fanno parte. Sbalordito ed amareggiato il presidente dell’Unione e sindaco di Santa Vittoria Fabrizio Vergari, per il quale non vi erano state avvisaglie, nemmeno verbali, sull’intenzione di questo strappo, che sicuramente diventa traumatico per lo stesso ente.
«Ancora non ci è stata inoltrata la richiesta ufficiale di uscita – dice Vergari – ma intanto mi sono sentito con gli altri sindaci componenti della giunta per prendere le nostre decisioni, ovvero col vicepresidente e sindaco di Montedinove Antonio Del Duca, quello di Montefalcone Giorgio Grifonelli, di Montemonaco Francesca Grilli e di Montefortino Domenico Ciaffaroni.
Infatti il taglio di Comunanza è ben più profondo. Già da alcune settimane ha fatto richiesta alla Regione di poter uscire anche dall’Ambito Sociale, il cui territorio corrisponde con quello degli 11 comuni dell’Unione, ed è gestito all’interno di questo ente. Una situazione anomala quella dell’Ambito XXIV rispetto la normativa regionale, poiché grava su due province. Ma in un incontro recente gli assessori regionali Castelli e Saltamartini hanno assicurato ai sindaci la continuazione delle proroghe. Dopo l’addio di Comunanza dall’Unione cosa succederà? Bisognerà vedere se lo strappo potrà essere ricucito o no. Cesaroni ha lasciato una porticina aperta dicendo: «Siamo disposti a ridiscutere un’Unione diversa su contenuti veri e concreti, che funzioni, che dia una svolta radicale, mettendo insieme politiche di sviluppo, di collaborazione, di servizi in modo efficace».
Il tempo di una ricongiunzione ci sarebbe visto che l’uscita diventa operativa dal primo gennaio 2022. Ma gli scogli sono tanti e potrebbero diventare montagne. Se non si riuscirà a ritrovare un accordo Comunanza potrebbe confluire nell’Unione Montana del Tronto e Valfluvione dove sicuramente sarebbe accolta a braccia aperte, in quanto andrebbe a rafforzare lo stesso ente che, sotto la presidenza di Giuseppe Amici, ha modificato lo statuto per permettere l’entrata anche di altri comuni. Un’opzione non esclusa dallo stesso Cesaroni, vista già la richiesta di entrare nell’Ambito Sociale di Ascoli. Oltretutto nell’Unione del Tronto Comunanza sarebbe il comune più grande. Invece l’Unione dei Sibillini con la perdita di Comunanza rischia un forte indebolimento specialmente sul versante ascolano.
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Corriere Adriatico