I bimbi devono finire le scuole, famiglia del Senegal chiede il rinvio dello sfratto. Il sindaco: «Mi barrico con loro»

Colli del Tronto
COLLI DEL TRONTO - Una storia dai contorni tristi, in cui le buone intenzioni e il lieto fine vengono sacrificati alla miopia dei rappresentanti di uno Stato che dovrebbe tutelare...

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COLLI DEL TRONTO - Una storia dai contorni tristi, in cui le buone intenzioni e il lieto fine vengono sacrificati alla miopia dei rappresentanti di uno Stato che dovrebbe tutelare i suoi cittadini. E invece non sempre è così. Soprattutto se i cittadini in questione sono senegalesi, nonostante risiedano da anni nel Bel Paese. La numerosa famiglia in questione - padre, madre e sei figli di cui gli ultimi due gemelli appena nati - risiede a Colli del Tronto, in un appartamento in affitto lungo la Salaria

 
 
A causa delle difficoltà dovute al covid il capofamiglia ha perso il lavoro e non ha potuto saldare alcune rate dell’affitto, peraltro sempre in precedenza regolarmente pagato. Subito dopo la pandemia l’uomo ha trovato un nuovo lavoro part-time alla Fifa Security e ha cercato come poteva di saldare il debito, riuscendoci soltanto in parte. Immediato è scattato lo sfratto. E altrettanto immediatamente si è attivato il sindaco Andrea Cardilli per trovare una soluzione umana e giusta.

«Ci siamo appellati all’Erap che ha tante case nel Piceno e grazie al giudice che ha emesso l’ordinanza abbiamo trovato una soluzione idonea a Ripatransone: un appartamento di 96 metri quadri che potesse, una volta risistemato, accogliere la famiglia. Chiaramente i bimbi sono iscritti alla scuola di Colli del Tronto, e il padre - la famiglia possiede una sola autovettura - ha implorato all’ufficiale giudiziario perché accordasse una dilazione di un mese nel trasferimento a Ripa per permettere ai piccoli di terminare gli studi. Inutilmente. Infatti ci siamo imbattuti in un rifiuto totale, una chiusura che più che dettata da questioni strettamente burocratiche mi è sembrata legata ad un fattore culturale» spiega Cardilli. 
 


Il sindaco è pronto a compiere un gesto eclatante: «Martedì prossimo - annuncia - quando arriveranno a sfrattarli, io mi barricherò dentro con loro». In attesa del finale di quella che è una brutta storia, vengono al pettine tanti nodi e peculiarità dell’integrazione all’italiana: dalla scarsità di tutele per gli immigrati anche di fronte in presenza di minori, all’impegno civile lasciato ai singoli in difesa della causa. Passando per un approccio che, come dice Cardilli «porta molti a fare i forti con i deboli e ad essere deboli con i forti».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico