Giovane mamma morì folgorata a Castignano mentre montava le luminarie per la rassegna Templaria. Il verdetto 9 anni dopo: prescrizione, tutti assolti

Giovane mamma morì folgorata a Castignano mentre montava le luminarie per Templaria
ASCOLI Era la vigilia di Ferragosto del 2015 quando Carla Benigni, giovane mamma di 36 anni, rimase folgorata mentre stava montando degli addobbi fuori dalla sua abitazione di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ASCOLI Era la vigilia di Ferragosto del 2015 quando Carla Benigni, giovane mamma di 36 anni, rimase folgorata mentre stava montando degli addobbi fuori dalla sua abitazione di Castignano in vista della manifestazione Templaria. A distanza di quasi nove anni da quella tragedia, il tribunale ha assolto per sopravvenuta prescrizione tutti i tre imputati: si tratta di Nimes Alesi, proprietaria dell'immobile nelle vicinanze del luogo dell'incidente e oggetto di lavori di ristrutturazione; Roberto Rossetti, titolare dell'impresa edile e l'ingegnere Rolando Mariani in qualità di coordinatore per la realizzazione dei lavori nel cantiere. 

Le accuse

Per il Pm Umberto Monti, che ha coordinato le indagini, i tre a vario titolo sarebbero stati responsabili del decesso di Carla Benigni che, secondo la ricostruzione di quanto accaduto fornita dagli inquirenti, nel montare gli addobbi si sarebbe appoggiata ad un discendente pluviale in rame che avrebbe fatto da conduttore della corrente elettrica a causa di alcuni fili che uscivano da una scatola dell’Enel presente nell’immobile che era stato sottoposto a ristrutturazione.

Da qui la forte scarica di corrente che ha causato la morte della trentaseienne madre di due bambini. Nel corso del' processo, su richieste dell'avvocato Mauro Gionni, titolare di uno degli imputati, aveva chiesto ed ottenuto la nomina di un consulente tecnico d'ufficio per eseguire una perizia sulla resistenza elettrica che la corrente avrebbe incontrato per giungere al punto in cui la giovane mamma è rimasta folgorata partendo dal punto in cui, secondo le indagini, sarebbe partita la scarica elettrica. Il procedimento penale si è concluso ieri per sopraggiunta prescrizione del reato di omicidio colposo.

Le motivazioni

Bisognerà ora attendere le motivazioni della sentenza ma dalla lettura del dispositivo si potrebbe ipotizzare che, sia al titolare dell'impresa che al tecnico coordinatore del cantiere non sono state contestate le violazioni delle norme sugli infortuni nei luoghi di lavoro.

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico