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ASCOLI Per ogni cantiere che si apre scatta ormai, inevitabilmente, a Palazzo Arengo, la corsa a una soluzione per garantire spazi alternativi per la sosta degli abitanti nella zona interessata. Ma a preoccupare è il numero degli interventi destinato a crescere ancora, considerando che la ricostruzione ora entra sempre più nel vivo e che dai dati dello Sportello unico per l’edilizia aggiornati a fine 2023 emergono complessivamente oltre 1100 autorizzazioni (tra sisma, superbonus e libera edilizia) dal 2019 ad oggi. Considerando poi che sono quasi 400 le dichiarazioni di inizio attività (quindi di potenziali lavori già iniziati) ecco che potrebbero essere ancora circa 700 i cantieri appena avviati, ancora in fase da avvio o da avviare nei prossimi mesi.
I cantieri
Ma se proprio sulle aperture dei cantieri privati, con finanziamenti da non perdere, l’amministrazione comunale non può di certo imporre blocchi o rallentamenti, c’è un altro aspetto su cui ora l’Arengo si intende ragionare: provare a recuperare gli spazi nelle aree dove i cantieri si sono conclusi ma restano ancora le impalcature.
Le ordinanze
Oltre a emanare ordinanze per tamponare l’emergenza sosta e viabilità ormai quasi a cadenza quotidiana e in diverse zone della città, l’Arengo intenderebbe anche provare a monitorare o comunque a cercare una collaborazione con le imprese per evitare che si prolunghi l’occupazione di suolo pubblico per i cantieri anche dopo la conclusione degli interventi e, al tempo stesso, che si sistemino subito impalcature e recinzioni per poi avviare i lavori molto tempo dopo. Questo consentirebbe, quindi, di respirare almeno per qualche mese in più per gli abitanti di quelle zone. E, quindi, di normalizzare la situazione. Soprattutto tenendo conto che sarà fondamentale recuperare suolo pubblico considerando la ulteriore ondata di cantieri in arrivo. Basti pensare che, stando ai dati del Suap, dal 2019 a fine 2023, sono state concesse circa 1.100 autorizzazioni (tra cui ulteriori 110 per il sisma e 63 per il superbonus) e, quindi, ci sono ancora centinaia di cantieri da aprire.
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Corriere Adriatico