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MONTALTO I ruggiti dei giganti dei campi ben rappresentano la grinta e la volontà di non mollare della popolazione e dei sindaci. Il biodigestore che dovrebbe essere costruito in zona San Salvatore di Force, in piena vallata dell’Aso, non deve nascere.
È un mantra che tutti, sindaci, rappresentanti di associazioni, comuni cittadini, hanno voluto ribadire negli interventi, o con la sola presenza, nella manifestazione di ieri mattina nel piazzale della Cantina Sociale di Montalto organizzata dall’associazione “Tutela e Valorizzazione della Valdaso”, presieduta da Luigino Sciamanna.
La mobilitazione
Una mobilitazione generale che ha visto in prima linea gli agricoltori, arrivati da tutta la Vallata con i loro trattori, oltre venticinque.
Il ricorso al Tar
«La battaglia non si limiterà solo sulla schermaglia legale in tribunale, ma andrà in mezzo alle strade, all’uscita di Pedaso dell’autostrada, nelle campagne. Speriamo in una decisione adeguata del Tar, ma la speranza deve essere alimentata da noi. Quindi non molleremo». Sono le parole del sindaco di Campofilone Gabriele Cannella che sintetizzano la voglia di lottare con i denti e accendono gli animi. Tutti, dal vice sindaco di Montalto Samuele Leonardi al presidente dell’Unione Montana dei Sibillini Fabrizio Vergari e tutti gli altri sindaci, hanno ribadito che la costruzione del biodigestore sarebbe la rovina dell’identità agricola e turistica molto fiorente di tutta la Vallata. «Le aziende agricole del territorio sono fortemente preoccupate di ciò che potrà accadere – dice Milena Sanna direttrice Coldiretti Ascoli-Fermo – per il rischio di perdere gli aspetti che caratterizzano questa Vallata, come biodiversità, genuinità e salubrità dei prodotti». L’assessore regionale Guido Castelli ribadisce che il consiglio regionale, con apposita mozione, è a fianco di sindaci e cittadini contro il biodigestore. «Questi impianti - dice - vanno costruiti in zone ambientalmente già compromesse e non in aree fiorenti come questa. La priorità è il ricorso al Tar dei sindaci per avere almeno la sospensiva».
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Corriere Adriatico