“Marche, terra di ciclismo”, alla presentazione del libro di Conti appello di Fondriest per le piste ciclabili

Guido Castelli, Marco Fioravanti, Francesco Moser, Giancarlo Laurenzi, Beppe Conti e Giorgia Latini alla presentazione del libro
ASCOLI - Dal “Patto di Recanati” tra Coppi e Bartali fino alla costruzione del successo al Giro d’Italia di Francesco Moser. Sullo sfondo le Marche a fare da...

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ASCOLI - Dal “Patto di Recanati” tra Coppi e Bartali fino alla costruzione del successo al Giro d’Italia di Francesco Moser. Sullo sfondo le Marche a fare da collante nella storia del ciclismo italiano. Nel giorno in cui la corsa rosa fa tappa ad Ascoli, al Chiostro di San Francesco è stato presentato il libro del giornalista sportivo Beppe Conti dal titolo: “Marche - Terre di grande di ciclismo”.

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Gli aneddoti
All’incontro con l’autore, voluto dal sindaco Marco Fioravanti e moderato dal direttore del Corriere Adriatico Giancarlo Laurenzi, hanno partecipato il governatore delle Marche Francesco Acquaroli e gli assessori regionali Giorgia Latini e Guido Castelli. È stato un momento, molto partecipato, per ricordare alcuni aneddoti riportati nel libro.

«A cominciare dal Patto di Recanati che, poi, consentì a Coppi di vincere il Tour de France - ricorda Beppe Conti - Era il 1952 e la nazionale italiana non era intenzionata partecipare alla Grande Boucle. Ma fu durante la corsa di Recanati che il commissario tecnico Alfredo Binda riuscì ad organizzare un incontro a Casa Leopardi con i più grandi ciclisti dell’epoca tra cui Coppi e Bartali che strinsero un patto che consentì alla nazionale italiana di stravincere il Tour».

E fu proprio quella l’edizione in cui avvenne lo storico passaggio di borraccia tra i due miti del ciclismo italiano. La presentazione è stata anche l’occasione per risentire la voce dei protagonisti. Così Francesco Moser ha ricordato la sua profonda rivalità con Giuseppe Saronni: «Era impossibile andare d’accordo - ha ribadito dal palco - Oggi le rivalità non sono più di moda. Ricordo, poi, che fu proprio nelle Marche che costruii il mio successo al Giro. Nella tappa, che partiva da Numana, Fignon andò in crisi e io guadagnai oltre due minuti che mi consentirono di vincere».


Il turismo a due ruote


Anche Maurizio Fondriest, divenuto poi campione del mondo nel 1988, rivelò il suo valore prima da dilettante nella Due giorni marchigiana e qualche anno più tardi a Monte Urano nel corso di una tappa della Tirreno-Adriatico. Oggi, da Ascoli invita la Regione Marche a investire sulle piste ciclabili. «Ho potuto ammirare questa splendida città e questo bellissimo territorio - ha detto - e chiedo di investire sulle piste ciclabile perché ogni euro speso verrà recuperato in termini di turismo e di valorizzazione del territorio». Un invito raccolto dall’assessore Giorgia Latini che ha ribadito l’impegno che la Regione sta portando avanti in tal senso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico