Villa Sgariglia a Piagge ospiterà per due anni una comunità di recupero per tossicodipendenti

Villa Sgariglia in frazione Piagge
ASCOLI - A Villa Sgariglia, nella frazione di Piagge, si riaccendono le luci. Ma stavolta la struttura – in precedenza utilizzata per ristorazione e ricettività...

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ASCOLI - A Villa Sgariglia, nella frazione di Piagge, si riaccendono le luci. Ma stavolta la struttura – in precedenza utilizzata per ristorazione e ricettività – avrà una funzione sociale con l’apertura della comunità terapeutica per tossicodipendenti gestita dalla cooperativa sociale Ama Aquilone. Un insediamento temporaneo, attualmente fissato in due anni, concordato attraverso una specifica convenzione tra l’Arengo, la società Ascoli servizi comunali e la stessa cooperativa.

 

L’operazione è stata conclusa, con avvio delle attività previsto già ad ottobre e con scadenza della concessione fissata per il 9 ottobre 2024, con una duplice finalità: valorizzare, anche se temporaneamente, l’immobile di Villa Sgariglia attualmente inutilizzato con una destinazione sociale e, al tempo stesso, consentire lo spostamento della struttura dell’Ama Aquilone dalla sede operativa a ridosso della discarica di Relluce, in vista del progetto di ampliamento della stessa. 

Sulla base dell’accordo raggiunto tra Comune, Ascoli servizi comunali e Ama Aquilone, si è sbloccata ora la concessione per due anni, ma con possibilità di proroga qualora non si individuasse una sede definitiva, per l’apertura a Piagge di questa struttura specialistica per il recupero di tossicodipendenti con comorbilità psichiatrica, con la dotazione di 19 posti letto. La cooperativa sociale, secondo quanto convenuto, pagherà un canone annuale all’Arengo per l’utilizzo della struttura. Con tutti i costi del trasferimento di cui si è fatta carico la società Ascoli servizi comunali, riuscendo così a sbloccare anche l’autorizzazione della Provincia, a seguito della delocalizzazione della comunità terapeutica, per la realizzazione della vasca di ampliamento per rifiuti non pericolosi nella discarica di Relluce.

L’impegno è stato assunto dalla società che gestisce l’impianto di smaltimento dei rifiuti per dare corso al proprio piano industriale e realizzare gli interventi programmati nel Piano regionale di gestione dei rifiuti, che individua il polo di Relluce quale impianto di importanza strategica, nonché a fini di efficientamento del servizio e miglioramento delle prestazioni ambientali. 



L’intesa che è stata siglata tra le parti, di fatto, consente anche all’Arengo di poter riaprire, comunque, quella struttura rimasta chiusa per diverso tempo dopo un contenzioso legale con il precedente gestore, andando quindi a percepire un canone e a riaprire un immobile che, rimanendo inutilizzato, avrebbe ulteriormente perso valore e richiesto interventi costanti di manutenzione. Si cambierà, dunque, destinazione, ma nel caso specifico si passerà da quella commerciale-turistica a quella sociale. L’amministrazione comunale, in ogni caso, pur prevedendo anche la possibilità di una proroga, oltre i due anni previsti, nel caso in cui non si sia trovata una adeguata sede alternativa per la comunità terapeutica, potrà riservarsi in qualsiasi momento il recupero dell’immobile per eventuali sopravvenute esigenze dettate da motivazioni di pubblico interesse. 
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Corriere Adriatico