Ascoli, le valigie marchiate "made in Italy" in realtà sono fatte in Cina: la Finanza ne sequestra 95mila

Ascoli, le valigie marchiate "made in Italy" in realtà sono fatte in Cina: la Finanza ne sequestra 95mila
ANCONA - Avevano ben in evidenza il marchio "made in Italy", ma in verita le valigie erano rpodotte in Cina: scatta il maxi sequestro della Finanza. ...

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ANCONA - Avevano ben in evidenza il marchio "made in Italy", ma in verita le valigie erano rpodotte in Cina: scatta il maxi sequestro della Finanza.

La Guardia di Finanza e l'Ufficio delle Dogane di Ancona hanno sequestrato, nel corso di tre mesi, quasi 95.000 valigie in poliestere di origine e provenienza cinese, ma recanti etichette attestanti falsamente la produzione in Italia e destinate a una catena commerciale nazionale. A finire nel mirino della Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle Dogane, è stata una società della provincia di Ascoli individuata a seguito di un'attenta analisi, effettuata inizialmente dai militari della Compagnia di Ancona, su containers, veicoli e persone in transito nello scalo portuale.

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L'operazione è consistita in più sequestri effettuati nell'arco di tre mesi a seguito del monitoraggio di tutte le importazioni effettuate dall'azienda ascolana che i finanzieri e i funzionari doganali hanno eseguito in maniera puntuale, individuando così oltre cinquanta
spedizioni dalla Cina in altrettanti container. Le valigie, già pronte per la commercializzazione, sarebbero state distribuite su tutto il territorio nazionale con un valore di vendita di circa tre milioni di euro; su ciascuna di esse erano apposti dei cartellini con l'indicazione «made in Italy» e la produzione nello stabilimento di Ascoli Piceno. Il rappresentante legale della società destinataria acquirente è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Ancona. Conseguentemente il titolare dell'azienda ha provveduto ad adeguare l'etichettatura delle valigie secondo le indicazioni dell'Autorità Giudiziaria che, pertanto, ne ha dissequestrato una parte. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico