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ASCOLI - Le annunciate dimissioni del direttore generale dell’Area vasta 5, Cesare Milani, hanno scatenato una serie di polemiche, che investono l’Asur e la Regione Marche. Anche se le dimissioni di Milani erano nell’aria, la decisione presa ha colto tutti di sorpresa.
A scendere in campo, è stata la segreteria di Ascoli della Uil che in una nota, scrive: «Abbiamo appreso dai media che il direttore dell’Area vasta 5, Cesare Milani, ha presentato le sue dimissioni e rimesso il suo mandato nelle mani del direttore dell’Asur e dell’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini. Ricordiamo che sono passati tre anni dalla sua nomina quando subentrò a Giulietta Capocasa. Esprimiamo forti preoccupazioni per tale decisione poiché la Sanità picena sta vivendo un periodo complesso tra riorganizzazione, scelta ubicazione ospedali, gestione del Pnrr con la gestione delle missioni 5 e 6, che riguardano la sanità e i sevizi sociali. La nostra speranza è che venga nominato, rapidamente, il successore, ovvero una persona capace e professionalmente idonea evitando errori del passato e fuori da ogni logica di spartizione».
Ma cosa c’è dietro la decisione di Milani? Non si può escludere, che tra i motivi che hanno determinato le dimissioni, ci sia anche la valutazione fatta dall’Asur e dalla Regione sul suo operato, che definire negativa sembra un eufemismo. Così come non appare estranea alla decisione, il continuo stillicidio a cui è stato sottoposto Milani negli ultimi dieci mesi. Eppure, a sentire l’assessore regionale, Guido Castelli, l’operato del direttore dell’Area Vasta 5 non era stato così fallimentare come sostiene, invece, l’Asur. «Mi corre l’obbligo – spiega Castelli – di ringraziare Milani per quanto fatto in questi tre anni, in un periodo difficile. Pertanto non posso non ringraziarlo per quello che ha fatto e per come lo ha fatto, soprattutto, in un periodo difficile e complicato come quello determinato dalla pandemia».
Chi ci va, invece, duro, è il segretario della Funzione pubblica della Cisl, Giorgio Cipollini, che in merito alla valutazione negativa attribuita a Milani da parte dell’Asur, afferma che «hanno voluto umiliare Cesare Milani con una valutazione che si può solo definire offensiva e che lede la dignità della persona e che non può essere tollerata dalle persone perbene.
Corriere Adriatico