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ARQUATA DEL TRONTO - Dopo 50 anni di promesse, un terremoto di mezzo e 14 mesi di buio (con il fallimento dell’impresa incaricata), si riaccende finalmente la luce in fondo a quel tunnel sulla Salaria, tra Acquasanta Terme e la frazione di Trisungo di Arquata del Tronto, che il territorio ascolano attende ormai da troppo tempo.
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A spingere l’interruttore della speranza è proprio l’Anas che, con la pubblicazione del nuovo avviso di gara in Gazzetta ufficiale, adesso riapre la strada al nuovo cantiere. Il cantiere del completamento, dopo che le procedure fallimentari hanno bloccato definitivamente, più di un anno fa, l’impresa aggiudicataria dell’appalto, ovvero la Carena di Genova, quando l’intervento era arrivato al 38% del suo cammino. Si riparte, dunque, dopo 14 mesi necessari per disincagliare l’appalto dalla fase di stallo, con la procedura di aggiudicazione dei lavori per un importo a base d’asta di circa 65 milioni di euro.
Il nuovo appalto
Di fronte a delusione, amarezza e dubbi sul futuro di quel tratto di Salaria, sensazioni seguite al fallimento dell’impresa aggiudicataria, la ripresa dell’intervento ora è ufficiale.
Cantiere da smantellare
Mentre si va avanti con le procedure di gara per il riappalto, sempre l’Anas dovrà individuare una o più aree idonee, a distanza di massimo 50 chilometri da Trisungo, per il trasferimento di tutti i mezzi e le attrezzature dell’impresa fallita che sono finora rimasti abbandonati proprio all’interno del vecchio cantiere. Per questo la società che gestisce i lavori stradali ha scritto ai Comuni di Ascoli, Arquata, Acquasanta, San Benedetto, Monteprandone, Folignano, Castel di Lama, Spinetoli, Monsampolo, Comunanza, Maltignano, Roccafluvione e ai Comuni reatini di Posta, Accumoli e Amatrice, con l’obiettivo di individuare – attraverso la pubblicazione di un avviso – possibili aree per depositare tutto il materiale. Un’operazione necessaria per poter procedere, una volta aggiudicati i lavori, con la ripresa delle attività.
Tra passato e futuro
L’ammodernamento della Salaria rappresenta un tassello fondamentale nella rete delle infrastrutture di collegamento per il Piceno. E questo intervento tra Acquasanta Terme e Trisungo che si avvia verso il completamento, costituisce l’unico cantiere di grande rilievo, sul fronte ascolano, finora sbloccato. Ma se in 50 anni di attesa se ne sono viste di tutti i colori, dai continui tentativi andati a vuoto per arrivare all’ultima beffa del cantiere bloccato per fallimento dell’impresa, c’è uno spiraglio che potrebbe aprirsi in una visione a lungo termine: la riqualificazione della Salaria, addirittura con il sogno della trasformazione in una superstrada di collegamento tra Tirreno e Adriatico, potrebbe rientrare nell’ambito delle infrastrutture da sostenere attraverso il recovery fund. Ma, dopo decenni di illusioni e delusioni, gli ascolani hanno imparato a rimanere coi piedi per terra. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico