Nessun picchetto a San Marco, il prefetto non parla. «Dimenticati i nostri partigiani uccisi»

Nessun picchetto a San Marco, il prefetto non parla. «Dimenticati i nostri partigiani uccisi»
ASCOLI -  Celebrato il 78° anniversario dell’eccidio di 27 partigiani a colle San Marco. Diedero prova di coraggio combattendo contro un reggimento di nazisti....

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ASCOLI -  Celebrato il 78° anniversario dell’eccidio di 27 partigiani a colle San Marco. Diedero prova di coraggio combattendo contro un reggimento di nazisti. Militari e giovani caddero combattendo il 12 settembre ad Ascoli e il 3-4-5 ottobre sul Colle San  Marco. Ieri sono state deposte due corone di fiori a Piazza Simonetti e davanti al monumento ai Caduti in piazza Roma e successivamente al Sacrario ma la cerimonia ha avuto un’appendice polemica. 

 


Ma tante sono state le assenze, secondo l’Anpi: il picchetto militare, il prefetto che non ha preso la parola. Il presidente dell’Anpi provinciale Pietro Perini ricorda tutti i nomi dei caduti che vennero uccisi ma poii aggiunge: «Purtroppo abbiamo dimenticati i partigiani, subendo oltraggi a causa di un revisionismo troppo presente. L’antifascismo non si fa a chiacchiere ma partecipando a queste cerimonie in ricordo di chi ha dato la vita. Dove sono finiti tutti quelli che hanno firmato contro il fascismo (ben 700 firme raccolte, ndr)? Abbiamo dimenticato di avere leggi che puniscono i riferimenti al fascismo, ma anche il rispetto nei confronti di tante categorie» dice Perini. Il prefetto De Rogatis non ha tenuto il suo discorso, creando un certo disappunto da parte di qualche esponente Anpi.

« Quello che mi sconvolto - aggiunge »Perini - è che la cittadinanza non risponde a queste iniziative. Non ci sono scuse, mi aspettavo più affluenza. Mancava anche il picchetto militare. L’aiutante maggiore ha spiegato che forse loro non hanno ricevuto le email inviate 40 giorni fa, ma noi controlleremo e verificheremo. Mi dispiace che il prefetto non abbia tenuto il suo discorso anche se lo sapevamo da prima. Il rappresentante di un governo repubblicano e basato sulla Costituzione antifascista, avrebbe dovuto almeno esprimere un saluto».


Il sindaco Marco Fioravanti ha ricordato quei «giovani valorosi che hanno combattuto per la giustizia, la democrazia, la pace e la libertà, un valore che non è scontato. Vogliamo andare nelle scuole e far conoscere la storia e la memoria per rendere i giovani consapevoli sul fatto di lavorare tutti i giorni per la difesa della democrazia e della libertà. Per il consigliere provinciale Stefano Novelli «bisogna omaggiare la memoria dei partigiani che hanno dato la vita per la libertà e per la democrazia. 278 vittime nel Piceno». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico