ASCOLI - «Pochi minuti per poter rappresentare i problemi del Pronto soccorso di Ascoli e San Benedetto non sono sufficienti, anzi rappresentano una offesa in primis al...
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Troppo poco tempo per parlare delle problematiche dell’Area vasta 5 la cui analisi accurata, secondo Cittadinanzattiva richiederebbe un approfondimento maggiore. «Alla luce dei nuovi protocolli operativi, della gravissima carenza di posti letto, dei notevoli problemi sulla prevenzione in ambito territoriale, i due Pronto Soccorso del territorio, non risultano più idonei a fornire risposte efficaci al cittadino», precisa l’associazione in una nota. A mancare ad esempio è un percorso di educazione sanitaria al buon uso del servizio, inoltre i due reparti d’urgenza attivi ad Ascoli e San Benedetto non risultano integrati adottando metodi di lavoro completamente differenti. Secondo Cittadinanzattiva mancano anche «un dialogo periodico con i medici di famiglia utili a verificare l’appropriatezza degli accessi in Pronto soccorso, mentre i locali destinati all’urgenza non sono idonei a rispondere a requisiti di accoglienza e di rispetto della privacy».
Problemi di organizzazione «I pazienti già visitati tornano in sala di attesa tra le persone che invece aspettano la prima visita, determinando così confusione e disagio, non esistono inoltre incontri periodici tra Area vasta 5 e Cittadinanzattiva-Tdm per valutare gli andamenti. La carenza di posti letto ha fatto sì che i pazienti stazionino per lungo tempo nei due Pronto soccorso, non più idonei in termini di accoglienza e privacy mentre manca la previsione di misure straordinarie da adottare nel periodo estivo durante il quale l’utenza, soprattutto nel nosocomio rivierasco, aumenta di dieci volte. Come si fa a prevedere la stessa organizzazione e la stessa dotazione di personale?»
Dal 21 al 29 maggio la Simeu (Societa Italiana Di Emergenza Urgenza), in sinergia con Cittadinanzattiva, Tdm ha in programma un’iniziativa nazionale con focus sul paziente anziano. Si tratta comunque di una campagna di sensibilizzazione che intende riportare al centro del dibattito ma ancor più dell’azione il cittadino utente/paziente quale dimensione essenziale destinataria del servizio di emergenza urgenza. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico