Cinque milioni per il Cas, il numero degli sfollati a quota 700. Alloggi provvisori per i cantieri aperti

I sopralluoghi dei vigili del fuoco dopo il terremoto
ASCOLI - Dalle famiglie sfollate per inagibilità, a quelle costrette ad abbandonare la casa per i cantieri della ricostruzione, si conferma ancora pesante – sebbene...

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ASCOLI - Dalle famiglie sfollate per inagibilità, a quelle costrette ad abbandonare la casa per i cantieri della ricostruzione, si conferma ancora pesante – sebbene con risvolti positivi per gli interventi di sistemazione del patrimonio danneggiato - l’impatto del terremoto sulla città. 

 

 

L’impatto
Un impatto che ha inciso in percentuale anche sullo spopolamento e che può essere significativamente misurato attraverso il numero di nuclei familiari che chiedono il contributo di autonoma sistemazione a distanza di 4 anni e mezzo dalle prime scosse telluriche: si tratta ancora di un esercito di oltre 700 persone. E questo perché, dopo che per almeno i primi 3 anni e mezzo è continuato a crescere, mese dopo mese, il numero delle persone costrette a cercarsi un alloggio provvisorio per l’inagibilità della propria abitazione, adesso altre famiglie continuano ad essere sfollate temporaneamente per poter lasciare spazio ai cantieri per la ricostruzione. Un nuovo fenomeno che, di fatto, contribuisce a mantenere decisamente alta la quantità dei contributi richiesti come sostegno per il disagio del trasferimento altrove. Ed in questo senso, ora l’Arengo ha ottenuto uno stanziamento della Protezione civile di 5 milioni di euro da utilizzare proprio per sbloccare i pagamenti degli ormai famosi Cas (contributi di autonoma sistemazione) e continuare ad erogarli per buona parte del 2021. 

 


Lo sblocco
Proprio grazie alla disposizione di una somma pari a 5 milioni, da parte della direzione della Protezione civile, adesso l’amministrazione comunale potrà organizzarsi per erogare i contributi di autonoma sistemazione alle oltre 700 famiglie richiedenti, come specificato nella specifica determina dell’ente, per i prossimo mesi, salvo ulteriori stanziamenti necessari per coprire tutto il corso dell’anno. Si arriva, dunque, anche per il 2021 allo sblocco dei pagamenti, una volta attivate le necessarie procedure grazie ad un gran lavoro degli uffici comunali preposti (con la supervisione del sindaco Fioravanti e dell’assessore delegato Brugni), per tutti quei nuclei familiari che hanno dovuto trovare una sistemazione abitativa provvisoria. Ma il dato che fa riflettere, proprio per l’incidenza del terremoto sulla città ormai a 4 anni e mezzo dalle prime scosse, è questo numero ancora molto alto di famiglie sfollate. 


Le richieste
Basti pensare, puntando la lente d’ingrandimento sui numeri, che arrivati al 2021, partendo dall’agosto 2016 e le prime terribili scosse avvertite anche nel Piceno, il numero è gradualmente cresciuto fino alle punte massime di richieste dei contributi - per la sistemazione dovuta alle inagibilità delle abitazioni – registrate nel 2019 e culminate con le domande presentate da ben 940 nuclei familiari nel dicembre di quell’anno. Per poi stabilizzarsi, nel 2020, attorno alle 750 richieste. Un impatto importante anche dal punto di vista economico, considerando che nel mese successivo all’avvio del sisma, ovvero settembre 2016, le domande presentate erano soltanto 250, per una somma erogata di circa 100mila euro. Questo perché erano ancora molto poche le dichiarazioni di inagibilità, arrivate poi, in un crescendo a cadenza mensile, ad un’erogazione media di Cas per oltre 600mila euro solo ad Ascoli città. Poi, dallo scorso anno, con i primi edifici risistemati ma anche con i parametri modificati per poter continuare ad ottenere i contributi, ci si è attestati sulle oltre 700 domande mensili. E se nel gennaio scorso le richieste erano 675, già a febbraio si sta risalendo per gli sfollati a causa dei cantieri.


L’accelerazione


Mentre qualcuno gradualmente è riuscito a rientrare nella propria abitazione inizialmente inagibile e poi sistemata, nel frattempo, si è arrivati (dopo lunga attesa) ad una partenza più importante della ricostruzione, con tutta una serie di cantieri aperti in maniera continua, quasi a cadenza giornaliera. E questa accelerazione ha portato, parallelamente, alla necessità di evacuare questi immobili da sottoporre a interventi di ristrutturazione definitiva e, quindi, ha costretto numerose famiglie a lasciare il proprio appartamento e a richiedere, giustamente, i Cas per trovarsi una sistemazione temporanea fino alla conclusione degli interventi. Da sfollati per le inagibilità, a sfollati per la ricostruzione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico