Siccità, è allarme rosso nel Piceno: «Possibili razionamenti dell'acqua»

Siccità, è allarme rosso nel Piceno: «Possibili razionamenti dell'acqua»
ASCOLI - Con l’arrivo dell’estate e del caldo, torna alto il rischio siccità e si fa sempre più concreto il pericolo che i rubinetti possano rimanere a...

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ASCOLI - Con l’arrivo dell’estate e del caldo, torna alto il rischio siccità e si fa sempre più concreto il pericolo che i rubinetti possano rimanere a secco. È stato lo stesso presidente della Ciip, Pino Alati, a dirlo ai sindaci dei comuni soci nel corso dell’assemblea per l’approvazione del bilancio. «La situazione è davvero critica - evidenzia Alati - e se dovesse ulteriormente aggravarsi, non posso escludere che si debba ricorrere alla razionalizzazione». 


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Per questo motivo, il presidente della Ciip ha raccomandato ai sindaci di effettuare i controlli necessari per evitare gli sprechi di acqua. «Ho chiesto ai primi cittadini la possibilità di effettuare sul loro territorio controlli serrati - ha riferito Alati - magari chiedendo anche ai vigili urbani di intervenire per verificare se qualcuno usa l’acqua per riempire le piscine, innaffiare gli orti, per lavare la macchina oppure un qualsiasi altro uso improprio della risorsa idrica. Dopo il sisma, di acqua a disposizione è molto poca e non possiamo permetterci di sprecarla».
 
Nel frattempo, la Ciip sta cercando di correre ai ripari per ridurre al minimo i disservizi per i cittadini. L’entrata in funzione degli impianti di soccorso di Castel Trosino, Fosso dei Galli e Santa Caterina (per il Fermano, ndr), ha consentito di garantire l’acqua senza la necessità di dover ricorrere alle chiusure notturne. Una soluzione, quella degli impianti di soccorso, che ora si sta potenziando. A cominciare proprio da quello di Castel Trosino che garantisce l’acqua ad Ascoli e gran parte dei comuni limitrofi. La stessa cosa sta avvenendo per gli altri due impianti di soccorso.
Gli impianti di soccorso
Dei decisi passi avanti sono stati fatti anche nella ricerca di nuove fonti di approvvigionamento. Dalla sede di via della Repubblica, dirigenti e tecnici stanno spingendo sull’acceleratore per cercare di poter utilizzare la nuova sorgente che è stata trovata a Capodacqua. La nuova fonte di captazione riesce a garantire circa 100 litri al secondo e consentirà di rimpinguare le sorgenti di Pescara d’Arquata e di Capodacqua che avevano subito una decisa riduzione delle portate a seguito del terremoto del 2016. A distanza di quasi quattro anni, la situazione più critica rimane quella di Foce di Montemonaco dove le portate delle sorgenti non accennano ancora a crescere. Dei circa 640 litri al secondo che quella sorgente riusciva a garantire prima del sisma, attualmente la portata si attesta intorno ai 240 litri al secondo. 
L’allerta rosso

Da qui lo stato di crisi e il livello di allerta rosso, e il rischio di costante di siccità. Con l’arrivo dell’estate e l’innalzamento delle temperature, il pericolo di una razionalizzazione della risorsa idrica è sempre in agguato. Molto dipenderà anche dall’andamento della stagione turistica lungo la Riviera delle Palme. Un grosso punto interrogativo a cui, dopo l’emergenza sanitaria, gli operatori turistici stanno cercando di dare delle risposte. La chiusura dei mesi scorsi, imposta dal governo per cercare di evitare i contagi da Covid-19, non ha consentito di programmare la stagione estiva e quindi anche le prenotazioni sono andate a rilento. Un calo delle presenza si tradurrebbe inevitabilmente in un calo dei consumo di acqua.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico