Trattamento della fibrillazione atriale: l’ospedale Mazzoni è all’avanguardia

Trattamento della fibrillazione atriale: l’ospedale Mazzoni è all’avanguardia
ASCOLI Il reparto di cardiologia del Mazzoni dell’ospedale Mazzoni è sempre più all’avanguardia nel trattamento della fibrillazione atriale. Il primario...

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ASCOLI Il reparto di cardiologia del Mazzoni dell’ospedale Mazzoni è sempre più all’avanguardia nel trattamento della fibrillazione atriale. Il primario Pierfrancesco Grossi ha portato a termine uno studio scientifico su una nuova tecnica di ablazione delle forme persistenti, presentata al congresso europeo di aritmologia che si è svolto a Berlino.

 

Lo studio

Lo studio è stato ideato dal cardiologo del Mazzoni, Procolo Marchese. «Le forme persistenti di fibrillazione atriale sono più difficili da trattare – spiega Marchese - e finora nessuna strategia è stata in grado di garantire un successo maggiore rispetto alla tecnica standard che prevede un intervento importante, quale l’isolamento delle vene polmonari. E’ dimostrato da studi clinici che il successo del trattamento non è nemmeno dipendente dal tipo di energia utilizzata: radiofrequenza, crioablazione e la nuova energia pulsata si equivalgono in termini di efficacia e sicurezza». +

Al Mazzoni viene effettuata l’alcolizzazione della vena di Marshall, prima dell’ablazione della fibrillazione atriale: si tratta di una tecnicache ha già dimostrato di incrementare l’efficacia rispetto alla sola ablazione. Sarebbe la prima metodica alternativa che si confermerebbe essere superiore al solo approccio standard nella cura della fibrillazione atriale persistente.

I dati

«Il rigore scientifico ci impone di attendere la pubblicazione dei dati che dovranno essere poi confermati da ulteriori sperimentazioni randomizzate multicentriche che sono già in corso. Tuttavia, siamo già pronti perché, avendoci creduto fin da subito, siamo riusciti a maturare una notevole esperienza con questa metodica. Abbiamo elaborato questo studio, condotto in collaborazione con il Centro nazionale di ricerca di Pisa, portandolo a compimento nonostante gli ostacoli».

 

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Corriere Adriatico