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ASCOLI - Riflettori puntati sulla devianza giovanile in città. Un fenomeno che, inequivocabilmente, si sta aggravando a causa dell’effetto Covid, con uno stravolgimento inevitabile anche delle abitudini dei ragazzi ascolani. A preoccupare, soprattutto, sono episodi che ormai sembrano avere una cadenza periodica, in particolare ogni fine settimana con abuso di alcool e spesso, a seguire, risse o atti vandalici.
Episodi che trovano il loro scenario, nella maggior parte dei casi, in centro storico e, in particolare (come avveniva precedentemente in piazza San Tommaso ma ora non più) adesso una delle zone più critiche, nel mirino, è quella di piazza Ventidio Basso, così come quella vicina di San Pietro in castello.
Il tavolo operativo
Un fenomeno a cui si affianca anche una crescente dipendenza tecnologica tra i giovanissimi che sta compromettendo il rapporto diretto tra coetanei e la possibilità di reale aggregazione sociale. È proprio partendo da una nutrita serie di segnalazioni in tal senso e da un monitoraggio attendo della situazione che ora l’Arengo, per volontà del sindaco Fioravanti d’intesa con l’assessore alle politiche sociali Brugni, ha voluto aprire un confronto con tutte le componenti che hanno a che fare col mondo giovanile, dall’Ambito sociale (rappresentato dal referente Fanesi) alle forze di polizia, dalle associazioni e in particolare quelle dei genitori ai referenti di cooperative che si occupano di dipendenze (come l’Ama Aquilone), dei plessi scolastici, del Consultorio, di “Dipendenze tecnologiche” e al Garante dei diritti dell’infanzia, Annagrazia Di Nicola.
Le zone critiche
Le zone più critiche, in particolar modo il venerdì e il sabato sera ma anche la domenica, sono quelle del centro e, più nello specifico, tutta la zona di piazza Ventidio Basso e quella vicina, più nascosta e meno illuminata, di San Pietro in castello. E’ qui che spesso si degenera tra abuso di alcool, qualche atto vandalico, ogni tanto qualche rissa. Mentre ora appare più tranquilla, rispetto al passato, la situazione in piazza San Tommaso. Ma anche altre zone del centro spesso diventano scenario per giovani ubriachi. Adesso si passerà alle iniziative, pensando ad esempio all’utilizzo di spazi comuni (anche negli oratori delle varie parrocchie) dove creare luoghi di ascolto attivo, ma anche ad interventi sul territorio creando le unità di strada responsabilizzando i giovani stessi e , anche nelle scuole, attivando i cosiddetti “peer mediator” (ragazzi più preparati chiamati a sensibilizzare gli altri).
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Corriere Adriatico