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ASCOLI - Si arriva alla fase decisiva per la soluzione del caso di via Po. Una situazione che da 5 anni, ovvero dopo il sisma del 2016, preoccupa le famiglie che abitavano nelle case che si affacciano sul torrente Chiaro e che sono dovute andare alla ricerca di un tetto provvisorio (usufruendo dei Contributi di autonoma sistemazione), ormai da circa 3 anni, a causa dell’inagibilità delle abitazioni. Il tutto in una zona già a rischio per le possibili frane lungo il costone sottostante.
Ed ora, con un percorso che si protrae da tempo, si arriva alla fase decisiva per lo sblocco della delocalizzazione con ricostruzione delle case in questione in un’area nelle vicinanze (che sarebbe già stata individuata).
La lunga storia delle criticità per il versante di via Po risale, in realtà, anche al periodo precedente al terremoto, quando un geologo fu incaricato di una perizia sulla situazione della zona. Perizia che aveva evidenziato già le criticità presenti. Situazione poi aggravata dalle scosse telluriche del 2016 e del 2017. E anche a seguito dell’aggravamento, l’Arengo aveva commissionato un ulteriore incarico ad un altro geologo che aveva confermato il rischio. Tanto da aprire lo scenario della possibile delocalizzazione quale soluzione percorribile per tutelare le famiglie. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico