Ascoli, rivoluzione parcheggi Ora si paga con Bancoma e App

Rivoluzione per il pagamento dei parcheggi
ASCOLI  - Il giorno dopo il benestare della Saba per stravolgere abitudini e modalità di pagamento per parcheggiare, ad Ascoli, il cittadino è già...

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ASCOLI  - Il giorno dopo il benestare della Saba per stravolgere abitudini e modalità di pagamento per parcheggiare, ad Ascoli, il cittadino è già proiettato su come si dovrà comportare, da settembre in poi, nel faccia a faccia col parcometro che, proprio da dopo l’estate verrà adeguato e innovato. Come bisognerà attrezzarsi per poter pagare la sosta con il telefonino? E quali vantaggi porterà questa opzione, oltre a quella del pagamento elettronico, tramite bancomat? 

Cosa cambierà, inoltre, con le nuove tariffe per la lunga sosta? Lo scenario è complesso, articolato e non ancora definito nei particolari, ma ci sono già alcuni punti fermi. A cominciare dal fatto che sarà possibile evitare gli sforamenti di orario e, nel caso di utilizzo del cellulare, si potrà pagare il tempo effettivo della sosta. Anche se, di contro, c’è un costo aggiuntivo alle tariffe che non va trascurato. 
La prima novità, concordata dal sindaco Castelli con la Saba nell’ultimo confronto è quella della possibilità di pagare il parcheggio direttamente dal telefono cellulare (ovviamente se smartphone). Un’opzione che, di per sé, porterà alcuni evidenti ed immediati vantaggi.
Il pagamento della sosta mediante il telefonino, con tutti i vantaggi evidenziati, ha però un suo inevitabile prezzo da pagare. Si tratta, ovviamente, della cifra che si deve sborsare, secondo due differenti modalità, per garantirsi il servizio garantito dall’applicazione. In questo senso, ad esempio, la Easypark (cui ci si può registrare on line scaricando direttamente anche la app), prevede una prima soluzione, che viene definita «ideale per chi spende almeno 8 euro alla settimana in parcheggi», che prevede l’utilizzo illimitato dell’applicazione, attraverso il cellulare, pagando un canone fisso di 2,99 euro al mese. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico