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ASCOLI Un proiettile di piccolo calibro sparato alle spalle che ha perforato il polmone e trapassato l’arteria succlavia e la carotide. È stato questo il colpo, dei quattro esplosi dal killer, che ha ucciso Antonio Cianfrone lo scorso 3 giugno mentre stava facendo jogging sulla pista ciclabile di Pagliare.
A sostenerlo sono i medici legali Sabina Canestrari, Francesco Brandimarti e Massimo Senati incaricati dalla Procura di eseguire l’autopsia sul corpo senza vita dell’ex vice comandate della caserma dei carabinieri di Monsampolo.
I proiettili
Dall’esame autoptico è emerso che sono stati quattro i proiettili che hanno raggiunto Cianfrone: due alla testa, uno sul lato destro alla base del collo e uno, quello letale, alla schiena. I consulenti tecnici nominati dalla Procura, basandosi sulle caratteristiche delle lesioni riscontrate sul corpo della vittima, hanno ipotizzato anche la posizione reciproca del killer e quella di Antonio Cianfrone durante l’agguato.
Gli accertamenti
Nel corso dell’indagine sono state eseguiti anche altri accertamenti tecnici. Tra questi anche quelli di laboratorio eseguiti nei laboratori del Ris di Roma sui campioni prelevati dalle unghie della vittima per accertare l’eventuale presenza di altri profili genetici. Gli accertamenti scientifici hanno però isolato un solo profilo genetico corrispondente a quello di Antonio Cianfrone. Inoltre, sono stati eseguiti i test per accertare la presenza di polvere da sparo. Sono stati sottoposti agli esami di laboratorio i campioni prelevati sulla vittima, sul casco e sulla motocicletta sequestrati a Spagnulo che hanno rilevato la presenza sulle manopole della moto di polvere da sparo compatibile con quella prelevata sul corpo di Cianfrone.
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