OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ASCOLI - A sette anni dalla chiusura e dopo lunghi lavori di ristrutturazione, necessari a causa dei danni arrecati dal sisma, lunedì riaprirà il museo diocesano. Si tratta di una struttura completamente diversa rispetto al passato, più ampia, che permette di esporre un numero di opere tre volte maggiore rispetto al passato.
Ieri mattina, il vescovo monsignor Gianpiero Palmieri, affiancato da don Gianpiero Cinelli e don Elio Nevigari, ha voluto ufficializzare l’inizio del nuovo percorso di questo autentico scrigno di bellezza, ricco di arte e spiritualità, che metterà a beneficio del pubblico ben 350 opere, tra tessuti, oggetti, pitture e sculture. Capolavori che spazieranno dal ‘400 al ‘700, mediante collezioni che si apriranno agli occhi dei visitatori con opere che prima non c’erano, provenienti da collezioni ascolane, come quelle dell’ex Seminario, la Squintani e la Leonardi e da numerose chiese danneggiate dal terremoto. «Il cantiere è ancora attivo a Palazzo Vescovile, ma il museo è finalmente pronto per essere aperto» ha esordito il vescovo, il quale appena arrivato in città ha subito capito l’importanza di questo patrimonio della Diocesi, affidando la direzione allo storico dell’arte Marco Lattanzi, già funzionario del Ministero della Cultura, per l’occasione ha partecipato all’incontro in video-conferenza. «È possibile ammirare lo spirito identitario ed ecclesiale del territorio, oggi arricchitosi in modo considerevole con 14 sale rispetto alle cinque di un tempo» ha detto il direttore del nuovo museo diocesano, realtà che fu inaugurata nel 1961 dal vescovo Marcello Morgante.
Corriere Adriatico