Riapre dopo sette anni il museo diocesano di Ascoli: sarà più ricco e più bello con nuove collezioni

Simona Massari, il vescovo monsignor Gianpiero Palmieri, don Elio Nevigari e don Giampiero Cinelli. In video il neo direttore Marco Lattanzi
ASCOLI - A sette anni dalla chiusura e dopo lunghi lavori di ristrutturazione, necessari a causa dei danni arrecati dal sisma, lunedì riaprirà il museo diocesano. Si...

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ASCOLI - A sette anni dalla chiusura e dopo lunghi lavori di ristrutturazione, necessari a causa dei danni arrecati dal sisma, lunedì riaprirà il museo diocesano. Si tratta di una struttura completamente diversa rispetto al passato, più ampia, che permette di esporre un numero di opere tre volte maggiore rispetto al passato.

Ieri mattina, il vescovo monsignor Gianpiero Palmieri, affiancato da don Gianpiero Cinelli e don Elio Nevigari, ha voluto ufficializzare l’inizio del nuovo percorso di questo autentico scrigno di bellezza, ricco di arte e spiritualità, che metterà a beneficio del pubblico ben 350 opere, tra tessuti, oggetti, pitture e sculture. Capolavori che spazieranno dal ‘400 al ‘700, mediante collezioni che si apriranno agli occhi dei visitatori con opere che prima non c’erano, provenienti da collezioni ascolane, come quelle dell’ex Seminario, la Squintani e la Leonardi e da numerose chiese danneggiate dal terremoto. «Il cantiere è ancora attivo a Palazzo Vescovile, ma il museo è finalmente pronto per essere aperto» ha esordito il vescovo, il quale appena arrivato in città ha subito capito l’importanza di questo patrimonio della Diocesi, affidando la direzione allo storico dell’arte Marco Lattanzi, già funzionario del Ministero della Cultura, per l’occasione ha partecipato all’incontro in video-conferenza. «È possibile ammirare lo spirito identitario ed ecclesiale del territorio, oggi arricchitosi in modo considerevole con 14 sale rispetto alle cinque di un tempo» ha detto il direttore del nuovo museo diocesano, realtà che fu inaugurata nel 1961 dal vescovo Marcello Morgante. Uno spazio che metterà ben in evidenza caratteristiche e provenienza di tutti i lavori presenti. «Per questo motivo saranno indispensabili volontari formati appositamente per spiegare e far comprendere al visitatore il significato dell’arte sacra esposta» ha aggiunto don Elio Nevigari, evidenziando che dopo iniziali aperture gratuite sarà necessario un prezzo di ingresso per accedere alla struttura, con la futura creazione di una biglietteria al piano terra che diventerà anche strumento multimediale. E stato anche sottolineato l’operato di don Stefano Russo per la formazione di volontari e del professor Michele Picciolo che, negli anni segnati dal Covid, è stato uno dei promotori del rifacimento del museo, seguendo l’insieme dei lavori. Il museo, che vanta tra l’altro opere di Carlo Crivelli, Pietro Alemanno e Cola dell’Amatrice, sarà orientato ad effettuare visite guidate, non solo a beneficio di turisti e appassionati, ma anche studenti, artigiani e rappresentanti di associazioni di categoria. Gli operatori che accoglieranno il pubblico sono formati dal “Corso di formazione per volontari dei beni cultuali ecclesiastici”, organizzato dal 2003 dall’Ufficio arte sacra della Diocesi di Ascoli con l’associazione di volontariato “Asculum 2000”. Dal 3 luglio al 31 agosto, il museo sarà aperto dal martedì alla domenica sia di mattina che di pomeriggio. Info: 0736 282883.

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Corriere Adriatico