ASCOLI - Verrà nominato un consulente tecnico d’ufficio per fare chiarezza sulle cause della morte di Carla Benigni, la giovane mamma di 36 anni che alla vigilia di...
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Nel corso della prima udienza, l’avvocato Mauro Gionni difensore di uno degli imputati, ha presentato richiesta di prova chiedendo che venisse eseguita una perizia sulla resistenza elettrica che la corrente avrebbe incontrato per giungere al punto in cui la giovane mamma è rimasta folgorata partendo dal punto in cui, secondo le indagini, sarebbe partita la scarica elettrica. Richiesta accolta dal giudice Matteo Di Battista che procederà, pertanto, con la nomina del consulente tecnico d’ufficio. Sotto processo sono finiti Nimes Alesi, proprietaria di un immobile nelle vicinanze del luogo dell’incidente in cui erano stati realizzati dei lavori di ristrutturazione; Roberto Rossetti, titolare dell’inmpresa edile e l’ingegnere Rolando Mariani in qualità di coordinatore per la realizzazione dei lavori nel cantiere. Per il Pm Umberto Monti, che ha condotto le indagini, i tre a vario titolo sarebbero responsabili del decesso di Carla Benigni che, nel montare alcuni addobbi si sarebbe appoggiata ad un discendente pluviale in rame che avrebbe fatto da conduttore della corrente elettrica a causa di alcuni fili che uscivano da una scatola dell’Enel presente nell’immobile che era stato sottoposto a ristrutturazione. Da qui la forte scarica di corrente che ha causato la morte della trentaseienne madre di due bambini. Il processo è stato aggiornato al 14 ottobre prossimo quando verranno sentiti anche i primi testimoni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico